Il 1° dicembre è stata la giornata mondiale per la lotta all’AIDS, l’ultima pandemia del XX secolo, che, nella quasi totale indifferenza, da oltre 42 anni continua ad affliggere soprattutto donne e bambini nei Paesi più poveri. Nel 2022 oltre 1milione e 300mila persone sono state infettate per la prima volta dall’Human Immunodeficiency Virus, HIV. Nel mondo vi sono 39 milioni di persone che vivono con il virus, che, una volta entrato nel corpo, si cronicizza e si nasconde, pronto a colpire. Lo scorso anno sono morte di AIDS almeno 630mila persone.

Probabilmente, la scarsa attenzione alla minaccia che l’Aids rappresenta è dovuta all’esistenza di una terapia – non una cura definitiva – basata su farmaci che permettono di “bloccare” il virus. Così la pandemia è diventata cronica, ma restando pur sempre un’emergenza grave. Anche perché molti interrompono o rinunciano alle terapie o non hanno accesso ai farmaci.

Esiste uno straordinario programma del governo degli Stati Uniti, conosciuto con la sigla PEPFAR, che garantisce le costosissime cure in 50 Paesi del mondo. Dal 2003 il President’s Emergency Plan for AIDS Relief, ha salvato 25 milioni di vite, prevenendo milioni di nuove infezioni. Il programma iniziato da “Bush figlio”, è stato mantenuto da tutti i presidenti Usa che lo hanno seguito. In un Paese dalle aspre contrapposizioni e dalla palese incapacità di dialogo, nella lotta a questa grave malattia si sono ritrovati cordialmente in sintonia.

In realtà la divisione politica e la mancanza di un dialogo sincero tra le persone e i popoli, origini delle guerre, rappresentano la tragica pandemia del XXI secolo. Per essa non è ancora stata trovata la terapia né tanto meno la cura.

Il 1° dicembre si sono vissute anche due feste importanti per la Chiesa. La prima, profondamente legata alla commemorazione delle vittime dell’AIDS, è stata la festa della Beata Clementina Nengapeta Anuarite, suora uccisa nel 1964 durante la guerra civile congolese, per aver rifiutato di acconsentire alle voglie malvagie di un comandante militare. Morendo, perdonò l’assassino. Nella stessa giornata abbiamo guardato alla figura di San Charles de Foucauld, imitatore di Gesù povero, fino alla morte.

I santi illuminano il cammino di chi si dedica alla prevenzione e alla cura di queste due gravi pandemie. Sono necessari i loro antidoti al contagio: coraggio, disciplina, dedizione, stima dell’altro e perdono.

“Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”. (Matteo 5,10)