La domanda che più sento urgente è semplice: “Oggi, dove si vede e si può incontrare Cristo Re dell’universo?”. Con questa domanda ho visitato la mostra fotografica dell’amico Giuseppe Bottelli sulla chiesa che sorge nella periferia di Varese, dedicata a Massimiliano Kolbe, il santo frate francescano, sacerdote, giornalista, missionario, figura luminosa nell’oscurità del campo di sterminio di Aushwitz dove offrì la sua vita al posto di un padre di famiglia.
Che sorpresa scoprire la bellezza, la ricchezza di simboli e di forme e l’affetto dei cristiani di questa comunità per la loro chiesa! Che bello condividere il gusto per le immagini e i segreti che le con le fotografie Giuseppe permette di condividere!
Nella tradizione cristiana Cristo Re si mostra nel tempio a Lui dedicato, così nel tempo permane tra noi. Questa nuova e originale casa è segno della chiesa, la comunità dei credenti, Suo corpo nella storia.
La chiesa dedicata a Kolbe offre subito un forte impatto con la cupola, che appare, anche da lontano, “apparentemente estranea, nella sua forma, alle case e al quartiere in cui è stata posta”.
Si percepisce che qualcosa di nuovo entra nel mondo e prende dimora tra di noi, nella forma di un emisfero che è un abbraccio. Con la sua originale entrata, uno squarcio, “apertura e ferita allo stesso tempo”, la chiesa ci accoglie, ci chiede di alzare lo sguardo verso le tre campane e ci invita, infine, a tornare nel mondo, per farne dimora accogliente per tutti. Il laghetto dove si specchia indica l’armonia che questo “tempio nel tempo” ha con la natura.
La seconda sorpresa è stata scoprire che l’architetto che l’ha progettata, lo svizzero Justus Dahinden, ha lavorato anche in Uganda. Le sue opere più note sono la parrocchia di Mityana e il grande santuario di Namugongo dove si celebrano i 22 martiri, nel luogo dell’uccisione di Charles Lwanga e compagni. In entrambi gli edifici si richiamano gli elementi dell’architettura bantu, sintetizzati nella capanna. Per Dahinden, fine dell’architettura è ospitare una comunità, una famiglia riunita nell’azione liturgica, dove si rivela il Mistero.
“…vidi ancora una grande folla di persone di ogni nazione, popolo, tribù e lingua, che nessuno riusciva a contare. Stavano di fronte al trono e all’Agnello…”
(Apocalisse 7,9)