Luigi Pirandello è il capostipite di un gruppo di scrittori siciliani legati all’agrigentino, dove o sono nati oppure hanno trascorso lunghi periodi e dedicato gran parte della loro opera. Sciascia, Camilleri, Tomasi di Lampedusa, Antonio Russello, Piermaria Rosso di San Secondo. Nel 2013, su proposta del giornalista Felice Cavallaro, la Strada Statale 640, principale collegamento tra Agrigento e Caltanissetta diventò la “Strada degli Scrittori”: un invito a ripercorrere i luoghi amati da questi grandi scrittori e descritti nei loro romanzi.
Due anni prima, il sindaco di Canicattì aveva proposto di intitolare la strada statale a due giudici. Proprio su quella strada due magistrati canicattinesi – molto legati tra loro da amicizia e stima professionale – erano stati assassinati dalla Mafia. Antonino Saetta e suo figlio Stefano furono uccisi da Cosa nostra il 25 settembre 1988. Due anni dopo, sulla stessa strada un commando della Stidda assassinò Rosario Livatino.
26 anni dopo la morte, a Livatino è stato dedicato un cavalcavia. 29 anni dopo il suo sacrificio, a Saetta è stato dedicato un viadotto di un nuovo tratto della stessa SS640. La Strada degli Scrittori ricorda giustamente altri due figli del territorio che percorre, coraggiosi servitori dello stato che hanno sacrificato la loro vita nell’esercizio coraggioso della giustizia.
Rosario Livatino fu fortemente turbato dalla morte violenta del collega Antonino. Dopo poche settimane dalla sua morte, decise di essere cresimato, cioè confermato nella fede, trovandosi pronto a continuare nel proprio servizio alla comunità e alla verità, pur conscio del pericolo e oggetto di minacce. Dopo due anni, il 21 settembre 1990, fu assassinato, in odio alla sua fede e al suo integerrimo esercizio della giustizia. Il 9 maggio 2021 Rosario Livatino è stato proclamato beato. La sua memoria liturgica è il 29 ottobre, proprio il giorno della sua Cresima, del “sì” definitivo alla sua missione.
Il Beato Rosario sin dall’entrata in magistratura si affidò al Padre. Nella sua agenda si trova ripetutamente l’espressione Sub tutela Dei, “sotto la protezione di Dio”, che significa anche “sotto lo sguardo di Dio”. Lo sguardo del Padre si irradia nel volto luminoso, aperto e sincero di Livatino.
“Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”. (Matteo 5,10)