“Arriva il furgone rosso!”. È festa per i doganieri croati e bosniaci: si prepara la rakija, la grappa locale, bevanda nazionale per i due Paesi confinanti. Con Carlo in quarant’anni si è costruito un rapporto speciale fatto di simpatia, comprensione, paghe da fame e, soprattutto, di fiducia reciproca che li ha resi quasi parte della stessa famiglia. Con quel furgone rosso, Carlo ha fatto del bene a tanta gente. Lo sanno bene i doganieri: e sanno anche che trasporta sempre qualcosa per le loro famiglie.
Tutto iniziò nel 1994. Per caso! Carlo mette a disposizione il suo furgone per trasportare generi di prima necessità verso Sarajevo, per aiutare don Renzo Scapolo, il prete che si mise al servizio dei “poveri cristi di Sarajevo”, come li chiamava lui. Ma il viaggio è tremendo, ci sono militari dappertutto e verso Mostar inizia una sparatoria. Carlo fa dietro-front e ritorna verso Medjugorje pronto a rientrare in Italia: “Tre giorni senza cibo e ora anche le fucilate!”, Lo convincono a fermarsi e, per puro caso, ancora, incontrano la veggente Vicka Ivanković: “Non correre Carlo, vedrai che non perderai il traghetto”. Viene trascinato quasi a forza verso la collina della croce e lo invitano a fare una promessa a Maria. “Se ci sarà un prossimo viaggio, verrò con mia moglie”. Era il 28 gennaio. Non perde il traghetto e a giugno sarà di nuovo là, con Pinuccia!
Non hanno più smesso – quasi sempre insieme e spesso con il figlio Fabio – di fare viaggi per dare una mano ai poveri cristi di Albania, Polonia, Romania, Bosnia, Kossovo. 250 viaggi con il mitico furgone rosso da 15 quintali. Da soli o in convoglio (anche fino a 20 camion), ma sempre e solo per dare una mano, soprattutto a bambini, anziani, disabili. L’ultimo viaggio lo hanno fatto da soli, Pinuccia e Carlo, che sommando gli anni ne fanno 162, con il mitico furgone rosso, da Venegono Superiore fino a Durazzo, poi a Bubq, frazione del comune di Croia, dove la fatica è svanita davanti ai sorrisi dei bambini e del personale dell’associazione Betania.
Farsi “Servi dei poveri” dà gioia ed energia e … non si smetterebbe mai.
I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano
e cadono; ma quelli che sperano nel Signore
acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile,
corrono e non si stancano, camminano e non s’affaticano.
(Isaia, 40, 30-31)