Gli anni che seguirono la prima guerra mondiale furono durissimi in Austria: disoccupazione e miseria affliggevano il popolo. Anche l’ingegnere idraulico Josef Graf non trovava lavoro: per mantenere la famiglia dovette emigrare, con la moglie Theresia, prima in Germania, poi in Svizzera, infine in Italia, a Milano. Trovò impiego alla Riva, azienda tra le più importanti al mondo per le turbine utilizzate per la produzione di energia elettrica. Il responsabile delle strategie aziendali, Guido Ucelli di Nemi, era estremamente attento alla gestione e alla formazione del personale e riconobbe in Josef una risorsa fondamentale anche per la sua conoscenza del tedesco. Nascono due figli, Erika e Walter. Josef, ritenuto essenziale per la produzione industriale non va in guerra. Tornata la pace, per ricordare i boschi attorno a Vienna, nel dopoguerra, costruisce casa a Venegono, in provincia di Varese.
È una famiglia che ama “la retta via”, pur se non particolarmente religiosa (Messa a Natale e Pasqua e poco più); i figli, però, frequentano regolarmente la chiesa e i sacramenti. Erika è portata per le lingue e trova un buon lavoro presso la fabbrica di matite Koh-i-Noor, dove conosce Piero; si sposano, hanno tre figli e si trasferiscono a Venegono.
Una mattina, per caso, Erika incontra Emilia, e chiede di potersi incontrare ancora. Entrano così in un gruppo familiare della parrocchia, guidato da don Giancarlo Beltrami che invita a vivere solo di Vangelo, ogni giorno. Dalla fede fiorisce la carità e le famiglie di quel gruppo realizzano 7 adozioni! Erika e Piero accolgono Emanuela.
L’incontro con l’infaticabile venegonese suor Lorenza – che in India, con il grande missionario Augusto Colombo, ha contribuito alla “città della gioia” di Veleru – apre l’orizzonte del mondo. Nasce l’iniziativa che diventerà l’associazione “Amici di Veleru” che continua ancor oggi ad aiutare i più poveri dei poveri, attraverso scuole, adozioni a distanza, preghiere, visite. Un abbraccio tra Italia e India, seme di pace e speranza.
Le sofferenze e le fatiche non sono mancate per Erica e Piero: tra tutte l’enorme dolore per la morte del figlio Massimo, novello sacerdote, in un incidente.
Eppure, in tutto, sempre, Dio è stato fedele alla promessa, proprio quella dell’Angelo a Maria, che don Giancarlo aveva reso loro cara: “Non temere, la Grazia del Signore è con te”.