La Cantina Sociale della Serra si appresta a compiere 70 anni di vita, essendo stata fondata nel lontano 1953 su iniziativa di Adriano Olivetti e alcuni coltivatori di Piverone e paesi vicini.
Non tutti sanno che tra le molte attività svolte da Olivetti, industriale e filantropo, c’erano pure le iniziative da lui intraprese in questo territorio per valorizzare agricoltura e ambiente.
A lui si deve, almeno in parte, la creazione del Consorzio irriguo di Cossano, che ha contribuito a rendere fertili terre che prima di allora fruttavano poco.
La Cantina della Serra ora conta 200 soci coltivatori in gran parte originari di Piverone e di altri paesi vicini, ma ci sono pure soci nelle zone di Castellamonte e di Valperga, che producono soprattutto uve Barbera e Freisa. Nella zona compresa tra Piverone e Viverone predominano invece l’Erbaluce e il Nebbiolo, uve qualificate con la denominazione di origine controllata.
“Le nostre vendemmie di quest’anno – spiega Luciano Laiolo, direttore della Cantina Sociale – sono ottime sotto ogni punto di vista, sia per qualità che per quantità, a differenza delle ultime due annate, piuttosto scarse come resa. Attualmente la nostra Cantina ha una decina di dipendenti e pure uno spaccio per la vendita dei vini, che teniamo aperto anche alla domenica”.
Va riconosciuto che questa iniziativa intrapresa da Adriano Olivetti e da pochi coltivatori nel 1953 continua a produrre tuttora ottimi vini.
Per di più, la coltivazione razionale di queste terre fornisce un valido contributo alla tutela dell’ambiente.
Per avere una dimostrazione, a questo riguardo, basta osservare i vigneti tenuti con la massima cura dai membri della Cantina Sociale della Serra e dal loro presidente Ivo Actis Dana – padre del giovane Stefano, “Fifo”, morto recentemente mentre stava lavorando in un vigneto –, i quali hanno fornito un notevole apporto ai progressi compiuti dal sodalizio in questi ultimi tempi.
Roberto Damilano