Ha fatto tappa sugli specchi d’acqua piemontesi, nei giorni scorsi, la Goletta dei Laghi, campagna estiva di Legambiente che si occupa della difesa dei bacini lacustri: e non si può dire abbia tracciato un quadro idilliaco.

Dei 23 punti campionati sui laghi Maggiore, d’Orta, di Viverone e di Avigliana, ben 13 risultano oltre i limiti di legge, secondo i monitoraggi eseguiti, a fine giugno, dai tecnici e dai volontari dell’associazione ambientalista.

Nel mirino, come di consueto, canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico causato da cattiva depurazione o scarichi illegali arriva nei laghi.

Mercoledì 13 luglio i risultati sono stati presentati al Lido di Anzasco, a Piverone.

E per limitarci al “nostro” lago, quello di Viverone, i risultati sono stati abbastanza deludenti.

Quattro i prelievi effettuati: sono risultati fortemente inquinati il punto campionato alla foce del canale presso la roggia di Piverone, ad Anzasco, e quello campionato sul lago alla fine di strada MesseriaVeneria, nel Comune di Viverone.

Per fortuna entro i limiti di legge, invece, i restanti due punti, quello campionato al lido di Anzasco (nella foto), e quello alla fine di strada Cocuello, a Viverone.

Da segnalare che nei giorni scorsi il sindaco viveronese Renzo Carisio aveva revocato l’ordinanza di divieto temporaneo di balneazione nella zona del Lido di Anzasco, ordinanza che aveva emanato il 29 giugno: questo rifacendosi alla nota dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente nella quale veniva comunicato che, sulla base delle ultime analisi effettuate da Arpa e dai servizi d’Igiene e Sanità Pubblica competenti per territorio, la concentrazione di agenti inquinanti organici risultava essere scesa al di sotto dei limiti di legge. “Grazie ai risultati emersi da Goletta dei Laghi possiamo consolidare il dialogo con le Amministrazioni locali per trovare insieme soluzioni per proteggere e tutelare gli ambienti lacustri piemontesi – ha spiegato Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta –. Il nostro lavoro non finisce con Goletta, ma continueremo con tutte le nostre prossime azioni a stimolare cittadinanza, società civile e decisori politici e sensibilizzare sull’importanza ecosistemica, economica e ambientale dei laghi e delle risorse idriche”.

I risultati ottenuti da questa edizione di Goletta dei Laghi sono in linea con quelli delle edizioni precedenti – ha aggiunto Federica Sisti, responsabile campagne di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – abbiamo rinvenuto le stesse criticità, accentuate anche dall’emergenza siccità. Alcuni punti storici di campionamento quest’anno li abbiamo trovati quasi privi d’acqua, con il risultato di concentrazioni maggiori nelle analisi microbiologiche. Riscontriamo comunque con fiducia anche alcune conferme positive e miglioramenti”.

È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e dei cittadini.

Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso si trovano lungo le sponde dei laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri.

I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli), e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010), e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.