A marzo 2023, il Piemonte è stata la prima Regione italiana ad istituire la figura dello “Psicologo delle Cure Primarie”, nato dopo il periodo Covid per potenziare l’assistenza territoriale come primo e immediato presidio per gli interventi di prevenzione e di promozione del benessere psicologico. Anche per il 2025 sono state confermate le risorse economiche per sostenere il servizio, a fronte della risposta positiva della popolazione e degli importanti risultati raggiunti: 65 professionisti coinvolti, 38mila805 prestazioni erogate, 7mila084 pazienti (di cui 246 minorenni) fino a tutto dicembre 2024.

Ma chi è lo Psicologo delle Cure Primarie? È un laureato in psicologia (o un laureato che ha conseguito una specializzazione in psicoterapia) il quale, nello stesso studio del Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera Scelta, eroga interventi di primo livello per la prevenzione, diagnosi, consulenza, valutazione e sostegno psicologico con una presa in carico tempestiva e, laddove necessario, procedere con un percorso psicoterapeutico o psichiatrico. È compito della Psicologia delle Cure Primarie fornire un primo livello di intervento psicologico accessibile, efficace, economicamente abbordabile (si paga il solo ticket), in collaborazione ed integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale.

L’invio allo Psicologo delle Cure Primarie avviene con la prescrizione del Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera Scelta e, nella sperimentazione della Regione Piemonte, le cause sono state quelle afferibili a sintomi o sindromi ansioso depressive, difficoltà di adattamento alle transizioni del ciclo di vita, o lavorative, economiche e relazionali.

La Regione Piemonte è esempio per altre regioni e denuncia quanto il bisogno di equiparare il benessere psicologico a quello fisico sia un diritto di tutti. Con la prevenzione e l’intervento tempestivo si possono risolvere criticità che con il tempo potrebbero cronicizzarsi. La collaborazione tra lo Psicologo delle Cure Primarie e gli altri medici offre la possibilità della presa in carico globale della persona superando il cosiddetto “errore di Cartesio”, che voleva una distinzione tra corpo e mente. Se questo programma diventasse una linea di indirizzo e di finanziamento stabile si garantirebbe a tutta la popolazione un completo servizio di sostegno alla salute mentale.