Veloci come la luce, anche le vacanze sono terminate e ormai tutti siedono regolarmente ai loro posti. Uffici, imprese, negozi hanno riaperto i battenti e da lunedì anche le scuole. Sconsolato c’è chi dice che dopo due giorni di lavoro l’energia delle vacanze è già evaporata; meglio chi non è andato in ferie, viene da dire, se le cose stessero veramente così.
Certo è che Natale non è lontano, e i panettoni sugli scaffali dei supermercati, l’anno scorso ad ottobre, non faranno che ricordarci che anche un altro anno volge al termine. I ricordi di mare e montagne riusciranno a dissipare questi pensieri per pochi giorni; ma la realtà delle cose ci supera, e ci richiama agli impegni futuri e alle responsabilità.
In un mondo sostanzialmente diviso e fratturato su tutto, dove le persone vengono automaticamente categorizzate di qua o di là appena aprono bocca ed esprimono un pensiero, dove impera l’attivismo sfrenato sui social che offre un palcoscenico anche a chi non ha nulla, o quasi nulla, da dire, in questo mondo fratturato c’è bisogno di ritrovare un attimo di pacatezza, di riflessione, di saggezza, di equilibrio e di sincerità, facendo appello a quei valori di riferimento che lasciano poco spazio alla libera interpretazione e tanto ne danno alla coscienza, meglio se poggiano su basi solide e ben radicate. Il rientro dalle ferie è sempre vissuto come qualcosa di altamente impegnativo per le cose da decidere e da fare; ciascuno secondo le proprie competenze e conoscenze – riconoscendo quelle degli altri – per costruire, mai per distruggere. Il relax estivo ha contribuito a caricare le batterie per la corsa verso gli impegni invernali e i vari traguardi da tagliare. Ognuno ha i propri, difficilmente dimenticabili e talvolta faticosamente realizzabili. La realtà non fa sconti al gioco al ribasso, all’appiattimento, alla rinuncia, all’asetticismo.
Non siamo un cantiere in disarmo, tanto per citare il vescovo Cerrato quando parla della Chiesa. E chi crede che basti solo avere qualcosa di buono da dire per essere ascoltato, o un buon “prodotto” perché sia automaticamente “venduto”, non ha fatto attenzione (per ingenuità, per superficialità, per autoreferenzialità) a quale è la dinamica del comunicare oggi, “ad arte” che fa volare le “fake news”, ciò che è falso, in tutto il mondo, non ha fatto attenzione alla maestria nel modo e nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione.