Un tempo, molti sacerdoti erano anche insegnanti: un “secondo lavoro” più o meno retribuito e fondamentale per la società. Tanto nelle città quanto negli sperduti borghi di montagna, nelle scuole private come in quelle statali, la tonaca nera saliva spesso in cattedra.
La trasmissione delle regole e della cultura, la formazione del “buon cristiano e dell’onesto cittadino”, per dirla con San Gio-vanni Bosco, erano tenute in grande considerazione e l’autorità del maestro, o del professore, così come quella del parroco, non era messa in discussione.
Ora questa tipologia di sacerdote è più rara, e non è un bene: con le giovani generazioni, tanto si dà e tanto si riceve e l’arricchimento umano è garantito. Sicuramente, l’insegnamento è faticoso, anche se una certa parte dell’opinione pubblica la pensa in modo diverso: è significativo che lo stesso Gesù, dopo aver inviato i suoi apostoli e aver ascoltato il loro resoconto, li inviti a riposare.
Eppure, l’esigenza dei discenti è sempre molto ampia: il bisogno di punti di riferimento saldi, un tempo come oggi, è un’urgenza che non può essere rimandata; nel Vangelo di questa domenica è il Maestro per eccellenza che si mette a insegnare.
Così la Chiesa, anche nelle difficoltà dei tempi, contrastata da molte voci dissonanti, pur con tutte le fatiche del caso, non dovrebbe mai rinunciare alla sua funzione docente e alla missione dell’insegnamento: con la compassione del Signore per la folla, per non lasciare i fedeli come pecore smarrite senza pastore.
Mc 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.