(di Filippo Ciantia)
Nel 1988, in una memorabile intervista al settimanale Il Sabato, il grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia, impietosamente, definì Palermo “irredimibile”. Visitando i quartieri periferici di Palermo, di fronte al desolato panorama edilizio, civile e umano, le parole di Sciascia mi erano tornate prepotentemente alla memoria.
Poi, come quando si visita una città e ci si trova, d’improvviso, nella piazza della cattedrale, invasi dallo stupore, siamo arrivati alla Missione Speranza e Carità.
In un antico deposito militare abbandonato, Biagio, nato nella ricca famiglia Conte, con il solo aiuto della Provvidenza ha creato, aiutato da tantissime persone di buona volontà, un luogo di accoglienza e carità per chiunque. Ci sono più di mille persone, tantissimi stranieri e tantissimi poveri: tutti si chiamano fratelli e sorelle. Con queste parole ci accoglie Barbara, che ci abbraccia con il suo sorriso.
Barbara e suo marito Riccardo già conoscevano Fratel Biagio, ma, quando, il 10 febbraio 2018, fratel Biagio, dopo la morte di tre senza tetto, ha scritto per l’ennesima volta un appello alla città di Palermo, sono corsi da lui, definitivamente.
Vivo un profondo disagio: non riesco ad essere tranquillo, non dormo e non riesco a mangiare, sapendo che ancora ancora oggi tante persone vivono per strada… La forte indifferenza e il profondo egoismo continuano ad essere molto diffusi, le circostanze mi inducono a rispondere “al male con il bene”. Contro queste ingiustizie mi abbandono anch’io per strada… Mi sosterrà la preghiera e il digiuno affinché i cuori e le coscienze si sveglino e si sensibilizzino verso i più bisognosi. Il povero ha bisogno di noi, ma anche noi abbiamo bisogno di loro “ricchi e poveri insieme”.
Tra capannoni ancora abbandonati, vicino al cantiere del futuro ospedale, di fianco ai laboratori, sorge una chiesa costruita da tanti fratelli e sorelle, ornata con le opere di artisti che erano disperati e, accolti, hanno eseguito opere d’arte per Dio. Qui, a settembre dello scorso anno, Papa Francesco condiviso il pasto con Biagio e i suoi poveri: ha solo ascoltato e guardato. Come noi.
Ecco, faccio una cosa nuova: non ve ne accorgete? (Isaia 43, 19)