Ricercare il “puro onore di Cristo, la pura utilità del prossimo, il puro sacrificio e la pura umiltà”: furono i princìpi che ispirarono l’azione riformatrice di Sant’Antonio Maria Zaccaria, nel difficile periodo che prepara il Concilio di Trento.

La catechesi che il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, affida oggi al web, propone alla nostra riflessione proprio la figura di questo Santo riformatore.

Fondatore di due Congregazioni religiose, maschile (i Barnabiti) femminile (Suore Angeliche di Paolo Converso) ed una laicale, la sua vita si estese lungo soli 36 anni (nel corso dei quali divenne altresì Medico) agli albori del XVI Secolo, quando urgeva che Clero e popolo cristiano tornassero alle pure sorgenti del Vangelo.

Occorreva, dunque, una ritrovata radicalità di vita e non soltanto una viva azione pastorale, che pure esigeva si “corresse come pazzi” per servire la Parola ed i fratelli: si noti, un “correre come pazzi” che non allude ad alcune frenesia, men che meno ad assumere i tratti di “pazzi che corrono”.

L’immagine richiama, anzi ed a proposito di radicalità evangelica, quei giorni in cui la Chiesa nascente muoveva i suoi primi passi ancora sotto la cura e lo sguardo di Gesù che San Marco così racconta (Mc 6,30-31):

Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare”. 

E’ sempre commovente questo brano di Vangelo, quella premura di Gesù per i suoi discepoli che “non avevano più neanche il tempo di mangiare” e stavano insegnando, anche così, a tutti coloro che avrebbero nei Secoli voluto porsi alla sequela di Cristo, cosa volesse dire “correre come pazzi”.

Ma ora è certamente bene che il Lettore prenda direttamente visione del messaggio preparato dal Vescovo.