(Editoriale)
È frase ricorrente che la storia insegni poco o nulla ed è constatazione che gli errori del passato si ripetono nel tempo.
È anche vero che le previsioni – tranne forse quelle meteorologiche, soprattutto del week end – non sono utilizzate per evitare danni – di tutti i tipi – a persone e cose nel futuro. Previsioni, avvisaglie, intuizioni, anticipazioni, studi prospettici, sintomi, segnali, ipotesi suffragate e chi più ne ha più ne metta, non sono ancora sufficientemente prese in considerazione, e si naviga ancora troppo a vista, come se nessuno avesse mai indicato una qualche linea d’orizzonte.
Se è vero che la realtà ci supera sempre, è altrettanto vero che fare attenzione a quanto gli esperti seri anticipano potrebbe evitarci di dover sempre rincorrere le situazioni e i problemi, quasi sempre incapaci di anticiparle, e sovente di andarci di pari passo. Rincorriamo sempre e quasi tutto, costretti a mettere delle pezze, che talvolta sono persino peggiori del buco.
Siamo in ritardo sull’ambiente, siamo in ritardo sugli effetti della denatalità a cui far fronte dalla scuola di oggi alle pensioni di dopodomani, sulla mancanza di medici specialisti come sulla carenza di vocazioni. E perché no? Anche sul tema che ci è caro dell’informazione, dell’editoria, dello sviluppo del digitale. La lista potrebbe essere molto, ma molto più lunga e ciascuno ha certamente un esempio da metterci dentro.
Quante cose, ci è stato detto, sarebbero arrivate, quante ne sarebbero capitate. Se brutte le rifiutiamo più o meno inconsapevolmente sperando che gli “allertatori” si sbaglino alla grande. Le reazioni, e non solo della politica, a questi “avvisi” sono sempre lente, a scoppio ritardato, strette probabilmente da interessi da difendere più grandi di quello che è abitualmente chiamato il bene comune. Senza dimenticare che c’è anche chi, su certi “avvisi”, si mostra incredulo e reticente a cambiare rotta.
La realtà ci supera, ci stupisce, ci sorprende e nel frattempo continuiamo a rincorrere perché giocare d’anticipo è solo dei grandi campioni.