Pochi giorni fa, vittime di questa famigerata truffa, alcune società estere raggirate da un trentenne di origini nigeriane arrestato perché responsabile, secondo gli inquirenti, di aver riciclato oltre 160.000 euro frutto della frode informatica.
È di quest’oggi una significativa vicenda emersa delle indagini della Guardia di Finanza di Torino che, su ordine del GIP del Tribunale del capoluogo piemontese, hanno arrestato O.L., quarantenne imprenditore anch’egli di origini nigeriane, accusato di aver riciclato oltre 600 mila euro ottenuti, anch’essi, con lo stesso “modus operandi”.
I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, coordinati dalla Procura della Repubblica torinese, hanno accertato come l’indagato, un commerciante di autoveicoli del Torinese, ha ricevuto sul proprio conto corrente ingenti somme di denaro provento di truffe ai danni di alcune aziende italiane ed estere. Dopo aver ricevuto il denaro, O.L ha cercato di farne perdere la traccia, disponendo bonifici verso l’estero e prelevando la provvista in contanti.
400 MILA EURO la somma sequestrata dai Finanzieri ancora presente sui suoi conti correnti, frutto, verosimilmente, dell’attività truffaldina.
Le somme più importanti sono pervenute da due cittadini inglesi che avevano acquistato due yacht da un cantiere navale italiano. Tuttavia, anziché inviare il denaro alla società che attendeva il pagamento, hanno disposto dei bonifici sul conto dell’indagato, tratti in inganno da alcune email apparentemente inviate da una dipendente della società venditrice, con le quali veniva richiesto di effettuare il pagamento su un conto diverso da quello indicato al momento dell’ordine delle imbarcazioni.
O.L. è stato arrestato e condotto presso il carcere Lorusso-Cutugno di Torino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.