Gli enti interessati sono 43, così suddivisi su base provinciale: 23 Torino, 1 Alessandria, 4 Asti, 1 Biella, 4 Cuneo, 4 Novara, 3 Vco e 3 Vercelli.
Gli immobili confiscati sono invece 167 (nel dettaglio: 123 nella Città Metropolitana, di cui 31 solo a Torino; 9 Asti, Vco e Vercelli, 7 Cuneo, 6 Novara, 3 Alessandria ed 1 Biella).
I progetti dei Comuni, in particolare lo scorso anno, sono stati indirizzati al sostegno delle fasce sociali più deboli. L’utilizzo dei beni confiscati, anche attraverso il finanziamento della Regione, ha permesso di affrontare con più risorse l’emergenza abitativa, di disporre di luoghi dove ospitare iniziative contro la violenza verso le donne, di rafforzare le attività educative e socio-assistenziali, di favorire l’accoglienza dei rifugiati.
«L’auspico è che il nuovo bando possa favorire l’avvio o la prosecuzione di esperienza analoghe a quelle del 2017 – commenta il presidente della Regione, Sergio Chiamparino -. Continuiamo dunque a mettere in pratica una precisa volontà: destinare abitazioni acquistate con denaro derivante da attività criminose ad iniziative in grado soprattutto di aiutare concretamente le fasce più deboli della popolazione».
Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 150.000 euro, con una quota di cofinanziamento a carico del Comune del 50%. Non sono previsti limiti minimi, ma il tetto massimo assegnabile è di 50.000 euro per ciascun intervento. Le domande saranno esaminate da un apposito comitato tecnico di valutazione. Sono ammesse le domande dei Comuni che hanno in corso le procedure di assegnazione del bene, purché le stesse si esauriscano entro 90 giorni dalla presentazione della domanda.