“Vogliamo ricordare con grande commozione e con affetto il nostro ex segretario generale dottor Antonino Battaglia. Deceduto nella notte tra il 3 e il 4 gennaio all’età di 68 anni, Battaglia è stato segretario generale di Rivarolo Canavese per circa 15 anni; dirigente molto preparato e competente in ambito amministrativo. Ai suoi cari vanno il nostro pensiero e la nostra vicinanza. Vogliamo serbare la memoria del suo gioviale sorriso, del suo contagioso buonumore e della sua bonaria ironia. Che lassù trovi la pace che gli è mancata in questa vita”.
Con questo messaggio apparso prima sui social della Biblioteca civica e poi sulla pagina istituzionale Facebook del Comune è stata data la notizia della morte di una figura di spicco, decisiva per il funzionamento della macchina amministrativa cittadina per quasi vent’anni. Nativo di Brancaleone (Reggio Calabria), classe 1954 (avrebbe compiuto 69 anni proprio oggi, 12 gennaio), dopo la laurea in Giurisprudenza Antonino Battaglia aveva operato come procuratore legale al Tribunale di Locri.
Vinto l’apposito concorso nazionale, nel 1984 approdò in Canavese come segretario comunale del consorzio di segreteria tra i Comuni di Barbania, Levone e Rocca.
Poi, nel 1994, eccolo a Rivarolo su chiamata del sindaco Edo Gaetano, che accompagnò per entrambi i suoi mandati.
Non riconfermato nell’incarico da Carlo Bollero nel 2003, Battaglia fece ritorno a Palazzo Lomellini già l’anno dopo, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che ribaltò l’esito elettorale consegnando la fascia tricolore a Fabrizio Bertot, del quale divenne di fatto il braccio destro.
In quegli anni aggiunse al suo curriculum numerosissimi altri incarichi in tutto il Canavese: segretario del Consorzio scolastico tra i Comuni di Agliè, Torre, Bairo e Ozegna dal 1987 al 1992; segretario del Consorzio intercomunale Acque Reflue tra i Comuni di Agliè, Ciconio, Lusigliè, Ozegna, Torre e Bairo dal 1987 al 1993; segretario e direttore generale del Consorzio Acquedotto intercomunale Sud Canavese dal 1995 al 2004; segretario e direttore generale del Ciss38 dal 2004; componente del cda del Consorzio Acque Reflue tra i Comuni di Castellamonte, Bairo, Torre, Baldissero dal 1995 al 2000; revisore dei conti dei Comuni di Ozegna, Ciconio, Salassa, Valperga e della società Asa Acque.
La grande competenza in ambito amministrativo, unita al fare diretto e schietto, hanno contraddistinto il suo operato, facendolo apprezzare dagli interlocutori politici con cui si confrontava, mettendo loro a disposizione la sua conoscenza di codici, norme e leggi.
La sua carriera si è conclusa in modo traumatico in una mattina del giugno 2011, quando fu arrestato nell’ambito dell’operazione Minotauro, con cui la magistratura torinese aveva fatto emergere le tante infiltrazioni della ‘ndrangheta sul territorio piemontese, svelando tossici intrecci anche con la politica a vari livelli.
Per quanto più strettamente concerne Rivarolo, quello fu il primo e importante tassello che condusse nel 2012 allo scioglimento del Consiglio comunale per sospette infiltrazioni mafiose.
L’accusa rivolta a Battaglia è nota: aver accompagnato il sindaco Bertot, allora impegnato nella campagna elettorale per le Europee 2009, a un pranzo con alcuni imprenditori calabresi (risultati poi in larga parte affiliati alla ‘ndrangheta) organizzato al Bar Italia di Torino, di proprietà del boss Giuseppe Catalano.
L’incontro venne registrato dalle cimici che i magistrati avevano fatto piazzare nel locale, come pure fu intercettato la successiva telefonata con cui il Catalano chiedeva a Battaglia il pagamento di 20 mila euro per il disturbo presosi nell’organizzare l’incontro elettorale.
Nel successivo processo, Bertot non fu mai indagato ma sentito in Tribunale come “persona informata dei fatti”; a Battaglia fu invece contestato il reato di voto di scambio politico-mafioso, con una prima condanna a tre anni di reclusione che l’interessato portò poi fino in Cassazione, riuscendo a far escludere dalla Corte Suprema l’aggravante mafiosa e a far ridurre a 1 anno e 4 mesi la condanna per “corruzione elettorale” semplice.
L’esperienza del carcere prima, e della lunga controversia legale poi, segnarono però Battaglia nel fisico e nella salute.
Lo hanno accompagnato negli ultimi anni la vicinanza della moglie Giuseppa e delle figlie Anna Maria e Laura e l’allegria dei nipotini.
I funerali si sono svolti domenica 8 gennaio a Galati di Brancaleone (Rc).
m.v
Redazione Web