Martedì 22 aprile in Rivarolo Canavese la veglia di preghiera per il defunto Pontefice Papa Francesco ha visto riunita tanta gente, anche tanti giovani, presso la Parrocchia di San Giacomo.

Non sono mancati i rappresentanti delle Istituzioni come il Sindaco Martino Zucco Chinà ed il Vice Sindaco Signora Marina Vittone, a sottolineare come i sentimenti di cordoglio per la scomparsa del Vicario di Cristo, di condivisione dei suoi insegnamenti, siano unitivi per tutta la comunità, civile ed ecclesiale.

La veglia, presieduta dal Vice Parroco, Don Antonio Luca Parisi, che l’ha guidata con l’assistenza dei Diaconi Simone Mezzano e Livio Bellino, ha seguito l’indirizzo diramato dalla Cei per le liturgie commemorative del defunto Pontefice

Nella luce della Pasqua: in preghiera per Papa Francesco (Veglia – documento PDF)

Nella luce della Pasqua: in preghiera per Papa Francesco (Santo Rosario – documento PDF) .

Ha animato la Liturgia la Cantoria parrocchiale diretta dalla Signora Elena Geranio.

Molti sono stati i fedeli che si sono accostati all’Eucarestia.

Di grande intensità il momento in cui il Diacono Simone Mezzano ha proposto una meditazione davvero persuasiva sulla figura di Papa Francesco.

Ci piace offrire di seguito, integrale, il pensiero del Diacono Simone:

“Fratelli e Sorelle, buonasera!”

Queste parole sono risuonate in Piazza San Pietro il 13 marzo 2013. La Santa Romana Chiesa aveva il suo nuovo Pastore.

Con semplicità, Jorge Mario Bergoglio si è affacciato dalla Loggia centrale della Basilica e ha pronunciato quella frase che è diventata iconica:

“I fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo!”. Bergoglio con umiltà scelse di diventare Francesco.

Una decisione che ha sottolineato il legame con San Francesco d’Assisi, il Santo dell’umiltà che ha avuto coraggio di fare una scelta importante: spogliarsi di tutto e dire di sì totalmente a Dio. Francesco da quel momento è entrato nel cuore e nelle case di tutti. Il suo pontificato nel corso del tempo è stato segnato da gesti forti. Si è recato nei luoghi della sofferenza, come Lampedusa, dove nel 2013 ha sottolineato l’indifferenza globale verso i migranti.

Si è impegnato per avere la pace mondiale come rimarcato dal viaggio in Sud Sudan nel 2023, riuscendo a trasmettere e a portare un messaggio di riconciliazione. Poi nel 2019, durante un ritiro spirituale in Vaticano con i leader sud-sudanesi, si era inginocchiato e aveva baciato i loro piedi, implorandoli per il termine della guerriglia. E in questi ultimi anni ha chiesto più volte la parola “fine” per i conflitti che attanagliano l’Ucraina e molti altri posti. Ha dedicato tanta attenzione alla giustizia sociale e all’ambiente. Nell’Enciclica “Laudato sì” del 2015 ha denunciato lo sfruttamento del pianeta, chiedendo una “cambiamento ecologico” globale. Nel 2020 con l’Enciclica” Fratelli tutti” ha riportato all’attenzione l’idea di una fratellanza universale.

Francesco nel corso del suo ministero petrino, è riuscito, nonostante le difficoltà del mondo, a portare il sorriso nei volti delle persone, soprattutto degli anziani, dei più fragili e degli esclusi. Quel sorriso è venuto a vacillare proprio in un momento “buio” della quotidianità. Durante la pandemia di Covid-19, non ha perso le speranze e ha offerto a tutti noi uno dei momenti più intensi della sua missione: il 27 marzo 2020, ha affrontato da solo una piazza San Pietro vuota e sotto la pioggia e il “grido” delle sirene delle ambulanze, ha guidato una preghiera straordinaria. Un’immagine che ha segnato la storia universale.

Papa Francesco, in più occasioni, ha voluto lasciare molti insegnamenti di vita ai ragazzi e in merito al rapporto con la società, soprattutto nell’ambito scolastico. In una udienza, aveva riportato il rischio della rottura del patto educativo tra famiglie e scuola. L’atteggiamento nei confronti degli insegnanti è cambiato rispetto al passato, non sempre c’è collaborazione sana tra genitori e scuola per l’educazione dei giovani. Ha voluto ricordare che la scuola è il luogo dove si impara ad aprire la mente e il cuore al mondo. Educare significa accompagnare gli studenti nella crescita umana e spirituale, aiutandoli a “pensare bene, sentire bene e fare bene”. È stato un Papa vicino ai giovani e ripeteva:

“Per favore, non perdete la capacità di sognare: quando un giovane perde questa capacità, non dico che diventa vecchio, no, perché i vecchi sognano. Diventa un ‘pensionato della vita’. È molto brutto. Per favore, giovani, non siate ‘pensionati della vita’, e non lasciatevi rubare la speranza! Mai! La speranza non delude mai!”.

E proprio dalla gioventù ha pescato la sua forza per combattere contro le difficoltà dovute al peggioramento delle sue condizioni di salute. In questi giorni, tutto il mondo si è riunito per sostenerlo e le sue apparizioni pubbliche ravvicinate hanno fatto sperare e poi, inaspettatamente… se n’è andato in punta di piedi, in silenzio. Un po’ il suo stile. Ha accettato il suo incarico in punta di piedi e silenziosamente ha raggiunto la casa del Padre in un giorno speciale. Francesco ha intrapreso la via del Paradiso nel Lunedì dell’Angelo e questo fa riflettere: tutto avviene secondo un progetto ben studiato da Dio, a volte a noi non comprensibile. Proprio da giovane posso riportare il mio affetto per il Santo Padre e in questi giorni la mente va a un’esperienza che ho potuto vivere da vicino. Ricordo ancora lo sguardo penetrante nell’attimo in cui, in una piazza San Pietro gremita, si è fermato per benedire la mia maglia da animatore e che ho donato subito come segno di affetto agli animatori di San Giusto. Ho ritenuto opportuno che quella benedizione potesse continuare a proteggere i sorrisi delle persone che varcheranno l’oratorio. È stata un’emozione unica che conserverò per sempre con me e preziosamente in una foto, come la sua Benedizione Apostolica ricevuta in occasione della mia ordinazione diaconale. Questa sera siamo raccolti in preghiera per ricordarlo e per ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per Dio e per l’umanità. Ora, caro Papa Francesco come  hai sempre ricordato:

“Pregate per me”, lo chiediamo a te che sei più vicino a Gesù di pregare per tutte le nostre famiglie e per la nostra comunità di Rivarolo. Vegliaci da lassù! Continueremo a far germogliare quel seme gettato con il tuo esempio, il tuo carisma e la forza di volontà che ti hanno contraddistinto. Come Maria, siamo ai piedi della Croce, in attesa della Resurrezione e di poter gioire nel giorno dell’incontro con Dio.

 Buon viaggio Papa Francesco. Non è un addio, ma un arrivederci in Cristo! Sia lodato Gesù Cristo!”

Per tutta la Diocesi l’appuntamento è questa sera in Cattedrale ad Ivrea per la S.Messa di suffragio presieduta dal Vescovo Mons. Daniele Salera.

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