Con la S.Messa di oggi, 25 luglio, festa di San Giacomo Apostolo, si sono iniziati i giorni della festa Patronale di Rivarolo Canavese, giorni che seguiremo per i nostri Lettori.
Avvio davvero promettente (e anche un po’ impegnativo, come vedremo) perché la circostanza è stata resa ancora più gioiosa, oltre che solenne ricorrendo il decimo anniversario dell’Ordinazione Presbiterale di don Gian Paolo Bretti, Prevosto di Valprato Soana, Ronco e Ingria.
Tanti i confratelli concelebranti: in primo luogo Mons. Gian Mario Cuffia, Vicario Generale della Diocesi di Ivrea, che ha portato un saluto nel corso del quale ha sottolineato in particolare il valore del dono più vero che sempre gli anniversari rappresentano: quello di una vocazione, di una vita che ogni giorno (lo richiama il Messale) si ripromette di non allontanarsi dalla fedeltà alla legge di Dio e, con l’addizione di una piccola sfumatura, anche fedele al sacerdozio che da Dio si è ricevuto.
Anche Don Raffaele Roffino, Arciprete Pievano di Rivarolo, ha portato un affettuoso saluto a Don Bretti.
Don Raffaele ha altresì anticipato che proprio don Gian Paolo avrebbe benedetto una sacra effige lignea policroma che raffigura il battesimo di Gesù: si tratta di un cimelio seicentesco, simbolo di unione tra una storia antica di questa comunità di credenti, con il futuro che ancora l’attende. E’ proprio la cura assidua che la Compagnia di San Giacomo pone nel custodire la chiesa (edificio) con le vestigia del passato, ad assicurare per il presente ed il futuro un aiuto concreto ad essere “Chiesa” comunità di credenti a coloro che oggi sono il popolo di Dio in Rivarolo.
Entrambi gli interventi, quello di Mons. Cuffia e di Don Raffaele Roffino sono integrali nel video che, grazie alla collaborazione di Gian Carlo Guidetti, autore anche delle belle immagini fotografiche, possiamo offrire ai nostri Lettori.
Il video riprende e ripropone, naturalmente soprattutto l’omelia dettata proprio da Don Gian Paolo Bretti che – lectio difficilior potior – pur mantenendo un linguaggio accessibile a tutti, non rinuncia ad affrontare con la giusta attenzione gli impegnativi passaggi presentati dalle Letture odierne ( 2 Cor 4, 7-15; Sal 125; Mt 20, 20-28. ).
Il denominator comune è l’idea suggerita da San Paolo nella II Lettera ai Corinzi, nel contrasto (che non è contraddizione, ma ineludibile condizione rimessa anch’essa alla Misericordia di Dio) tra la debolezza del nostro “involucro”, vaso, umano, con la forza del messaggio che il Padre ci rivolge ed affida.
Davvero, sarà bello non solo ascoltare, ma anche riascoltare l’omelia.
Che finisce con una citazione certo non meno impegnativa del pensiero con cui si era iniziata, tratta dalla “Imitazione di Cristo” che (è la tesi maggioritaria) si deve a Tommaso da Kempis (nome latinizzato del monaco Thomas Hemerken nativo di Kempen).
O forse (è la tesi minoritaria, seppure non priva di qualche suggestione) al monaco Giovanni Gersen, nativo della frazione Campi dell’allora Caballiaca, oggi Cavaglià: dunque, un “vicino”.
Chi ha ragione tra i sostenitori delle due tesi?
Non lo sapremo mai.
Ma l’importante è il testo, di cui appunto Don Gian Paolo offre – a concludere la propria bellissima omelia – un passo davvero edificante.
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Si diceva di una numerosa partecipazione di Sacerdoti concelebranti: di Mons. Cuffia e Don Raffaele si è già detto; con loro l’Abate di Fruttuaria don Mario Viano, don Cristiano Massa Cappellano della Polizia, don Alberto Carlevato, don Davide Kamal Chelladurai, don Antonio Luca Parisi, con l’assistenza dei Diaconi Giacomo Mareina e Livio Bellino.
Si diceva di un gran lavoro assicurato dai Priori: Ugo Baima e Michelino Carbone quelli in carica, Moreno Pomaro e Remo Obert quelli entranti.
L’Amministrazione comunale presente con il Vice Sindaco Signora Marina Vittone.
Ma c’era anche il Primo Cittadino, Martino Zucco Chinà, che però non ha indossato la fascia tricolore in quanto oggi presente in qualità di componente del Direttivo proprio della Compagnia di San Giacomo: parteciperà nella sua veste ufficiale nella giornata di domenica, cui diamo appuntamento per i prossimi servizi.
Non sarebbe giusto concludere queste note senza ricordare il prezioso accompagnamento alla Liturgia offerto all’organo dal Maestro Nicola Spinelli e dal soprano la Signora Elena Geranio: bravi come sempre.
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