Un “eccomi” maturato lungo una fase molto attenta e responsabile di discernimento, quello pronunciato giovedì 26 dicembre, Festa di Santo Stefano Protomartire, da Simone Mezzano, ordinato Diacono Permanente per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Edoardo Aldo Cerrato, Amministratore Apostolico della Diocesi di Ivrea.
La chiesa di San Giacomo Apostolo in Rivarolo Canavese era gremita di popolo e soprattutto di giovani perché sono stati e saranno proprio loro i primi destinatari della missione di Don Simone.
Ne abbiamo già fatto qualche cenno nel precedente articolo, con il quale
annunciavamo l’attesa per questo giorno, vissuta da tutta la comunità dei Catechisti, volontari, animatori e dagli stessi partecipanti ai corsi di Catechismo.
Simone – lo ascolteremo direttamente nel video messo a repertorio da Giancarlo Guidetti che documenta questa giornata così importante per tutta la Chiesa – è devoto del Beato Carlo Acutis di cui annuncia e testimonia il carisma con tutta la sua vita, anche professionale
Laureato in Scienze Naturali, 32enne, è un Professore di Matematica e Scienze sia alle Scuole Medie (come si diceva un tempo) sia al Liceo; dal punto di vista pastorale, da tempo ormai è un valido aiuto del Vice Parroco Don Antonio Luca Parisi nell’organizzazione delle attività dell’Oratorio e del Catechismo.
Professore di materie scientifiche e Consacrato, Insegnante e formatore: davvero un riferimento prezioso, un educatore a tutto tondo, per la crescita dei giovani.
La Celebrazione in San Giacomo – il video e la gallery ne offrono ampi stralci – ha visto un’ampia partecipazione di Sacerdoti e Diaconi, accolti dall’Arciprete Don Raffaele Roffino e da Don Luca Parisi.
Il Vescovo consacrante ha avuto parole di stima per il nuovo Diacono, del quale ha seguito personalmente la preparazione.
L’omelia dettata dal Presule (At 6,8-12;7,54-60; Sal 30; Mt 10, 17-22.), riportata integralmente nel testo in calce a queste note, si compiace di cogliere la coincidenza tra la memoria liturgica del primo Diacono, Santo Stefano e l’Ordinazione odierna:
” Negli anni del mio servizio alla diocesi di Ivrea, ma anche fuori di essa – ha detto Mons. Cerrato – ho avuto la gioia di conferire tante volte la Sacra Ordinazione ai chiamati dal Signore. Ed ogni volta è stato per me qualcosa di profondamente coinvolgente… Oggi ho la gioia di ordinare Diacono permanente il nostro fratello Simone. E proprio nella festa del primo Diacono!”.
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La celebrazione è stata animata dai canti preparati con cura dalla corale parrocchiale diretta dal Soprano Signora Elena Geranio, all’organo il Dott. Arnaldo Conta Canova.
Al termine, un lieto momento di condivisione.
Ora, dopo l’omelia integrale, vi lasciamo con il video e la gallery.
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“Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!
- Anche quest’anno, l’ultimo del mio ministero nella Chiesa che è in Ivrea, dopo le SS. Messe natalizie in Cattedrale e nel Duomo di Chivasso, ho la gioia di celebrare con voi la S. Messa nel primo giorno dell’Ottava di Natale, ricordando S. Stefano, il primo diacono e primo martire cristiano, di cui il Martirologio afferma: «Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, primo dei sette diaconi scelti dagli Apostoli come loro collaboratori nel ministero, fu anche il primo tra i discepoli del Signore a versare il suo sangue a Gerusalemme».
La testimonianza che Stefano ci dà è che nella vita nulla c’è di più importante di Gesù e del nostro rapporto con Lui.
La festa di S. Stefano – ci dice oggi la preghiera della Chiesa – “prolunga la gioia del Natale”: Natale è infatti il Dono totale di Sé che Dio ha fatto a noi; e il sì di Stefano – e di tanti altri, anche di chi non è morto martire, ma ha vissuto da testimone – è la risposta umana al Dono di Dio!
Stefano, è stato scelto dagli Apostoli per il servizio della carità nelle mense dei poveri. Il suo martirio è stato causato da questo servizio? Il cristiano, oggi, nella società in cui viviamo, è perseguitato per il servizio dei poveri che sempre più numerosi accorrono alla “Caritas”, inviati spesso dalle stese istituzioni civili? Ciò che anche oggi fa fremere alcuni contro la testimonianza della fede cristiana, non è il servizio dei poveri, che la Chiesa da sempre ha svolto in obbedienza al comando del suo Sig: sono le ragioni della fede che, quando sono annunciate, fanno fremere e scatenano la reazione…
Stefano oggi ci parla di una esperienza che il credente fa: la presenza di Gesù Cristo che dà una nuova impostazione alla vita; di Gesù Cristo che – lo diciamo con le parole del grande Tommaso d’Aquino – è «l’affetto che principalmente sostiene la vita»: qualcosa che ti colpisce, ti afferra, e coinvolge tutto ciò che sei, il modo di pensare e di vivere.
Ciò che salva dall’abisso della “vuotezza” in cui germina ogni “crisi” è questa Sua Presenza accolta ed amata.
- Negli anni del mio servizio alla diocesi di Ivrea, ma anche fuori di essa, ho avuto la gioia di conferire tante volte la Sacra Ordinazione ai chiamati dal Signore. Ed ogni volta è stato per me qualcosa di profondamente coinvolgente… Oggi ho la gioia di ordinare Diacono permanente il nostro fratello Simone. E proprio nella festa del primo Diacono!
Vorrei percorrere anche con te, Simone, e con tutti i presenti, alcuni significativi momenti del S. Rito che ci aiutano a comprendere quello che avviene…
Prima di rivolgerti le domande a cui risponderai: “Sì, lo voglio; con l’aiuto di Dio lo voglio!”, la Chiesa mi fa chiedere se sei “degno” dell’Ordinazione… Il termine è significativo: non se sei perfetto, impeccabile, ma se sei disposto ad accogliere la Grazia di Dio e a camminare crescendo ogni giorno, con umiltà e generosità, nell’offerta di te al Signore e ai fratelli. In questo impegno consiste l’essere degni!
Solo a questo punto la Chiesa ti rivolge le domande che delineano con chiarezza il tuo nuovo cammino:
“Vuoi, come dice l’Apostolo, custodire in una coscienza pura il mistero della fede, per annunziarla con le parole e le opere, secondo il Vangelo e la tradizione della Chiesa?
Vuoi, in segno della tua totale dedizione a Cristo Signore, custodire per sempre l’impegno del celibato per il Regno dei cieli, al servizio di Dio e degli uomini?
Vuoi custodire e alimentare nel tuo stato di vita lo spirito di orazione e adempiere fedelmente l’impegno della Liturgia delle Ore per la Chiesa e il mondo intero?
Tu che sull’altare sarai messo a contatto con il corpo e sangue di Cristo, vuoi conformare a lui tutta la tua vita?”
Alla tua risposta – “Con l’aiuto di Dio lo voglio” – non ci sono applausi a te rivolti… La Chiesa, con il suo realismo, espresso anche nella concretezza dei gesti liturgici, ti chiederà di prostrarti a terra, mentre risuona l’invocazione alla Vergine Santissima e ai Santi, e tu, in quel momento, prostrato davanti a Dio, ripercorrerai la tua storia e chiederai che la tua vita si spalanchi ad accogliere l’amore di Cristo che ti ha scelto e chiamato ad essere Suo ad un titolo particolare, ad appartenerGli a titolo speciale, nel cuore, nel corpo e nelle opere, per servire la Chiesa Corpo del Signore.
Colpisce, nelle parole e nei gesti dell’Ordinazione, l’insistenza sulla umiltà: è grande il Dono che ricevi, ma lo ricevi per grazia!
“Mi ha chiamato senza alcun mio merito nell’ordine dei suoi ministri” canta il diacono nella solenne Veglia pasquale. “Senza alcun mio merito”! Non perdere mai questa
Non perdere mai questa consapevolezza, carissimo Simone! Te lo dico perché accade che gli Ordinati nei vari gradi lo dimentichino: non in teoria, ma nella pratica…, quando si appanna la consapevolezza che il Signore della Chiesa è Cristo e che è Lui il Pastore a cui noi serviamo.
Lo sguardo che ci è chiesto sulla realtà – anche sulla Chiesa e sulle opere del ministero – è quello di Cristo. Ma questo sguardo lo assumiamo attraverso una incessante purificazione interiore, in un cammino di libertà da noi stessi, dalle paure, dalle ansie, dall’abbattimento per gli umani insuccessi; attraverso una crescita nell’amare in modo oblativo, nel servire senza pretese, avendo a cuore il vero bene degli altri, contenti dei talenti ricevuti, senza invidie ed avvilenti confronti.
- Comunione, amicizia, obbedienza, gioia è quanto Gesù ti dona.
Diacono significa “servo”, ma Gesù ti dice: “Non ti chiamo più servo, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ti ho chiamato amico, perché tutto ciò che ho udito dal Padre te l’ho fatto conoscere. Non tu hai scelto me, ma io ho scelto te e ti ho costituito perché tu vada e porti frutto e il tuo frutto rimanga”.
Questa amicizia è quella che il Santo Padre Benedetto XVI definiva: “l’amicizia da cui tutto dipende”.
Sarai vero diacono – di quelli di cui la Chiesa ha bisogno – se entrerai sempre più in questo rapporto con il Signore!
Ti affidiamo, insieme alla intercessione di S. Stefano protodiacono, a quella della Vergine Maria, prima discepola del Signore e nostra Madre!
Sia lodato Gesù Cristo!”.
Chivasso, Santa Messa del Giorno di Natale
Ivrea, Santa Messa del Giorno di Natale
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