“Quest’angolo del parco Dante Meaglia è destinato a uno dei diritti fondamentale dei bambini, quello al gioco e a un’infanzia serena: quei diritti che furono negati a Elena Colombo, vittima di una sorte terribile”.
Così Gabriella Meaglia, presidente dell’Anpi e figlia del partigiano cui è dedicato il parco del castello Malgrà, ha introdotto la breve ma sentita cerimonia di intitolazione dell’area gioco nell’ambito delle celebrazioni rivarolesi del 2 giugno, Festa della Repubblica.
Oltre che alla consegna di un attestato ai neo-rivarolesi di origine straniera che nell’ultimo anno hanno conseguito la cittadinanza italiana, l’Amministrazione guidata dal sindaco Rostagno ha infatti voluto ricordare giovedì scorso la triste vicenda della famiglia torinese Colombo: per evitare le persecuzioni anti-ebraiche, il padre Sandro e la moglie Vittoria Foa vissero da sfollati per qualche mese a Rivarolo, dove la figlia Elena, 10 anni, strinse amicizie con qualche coetanea.
Non sentendosi al sicuro, si nascosero poi in una baita in frazione Milani a Forno, dove vennero comunque catturati, nel dicembre 1943, incarcerati a Milano e deportati a Auschwitz nel gennaio 1944 (sullo stesso treno di Liliana Segre): lei sarà cremata il giorno stesso dell’arrivo, il marito il 25 marzo.
In quello stesso giorno anche la piccola Elena, affidata a una famiglia amica, venne prelevata a Torino dalle SS, internata a Fossoli e poi trasferita in Germania con la promessa di ricongiungersi ai genitori: fu mandata alle camere a gas il 10 aprile 1944, il giorno stesso del suo arrivo. Una storia terribile, ma che andava ricordata: un totem illustrativo ricorderà da oggi i sogni infranti di Elena Colombo.