Lunedì 4 luglio si è svolto in Municipio a Rivarolo un incontro tra l’Amministrazione comunale e una rappresentanza degli ambulanti, per un confronto, l’ennesimo, sulla collocazione del mercato settimanale del sabato.

Termini della questione sono noti: i mercatali vorrebbero il ritorno alla storica collocazione in via Ivrea delle bancarelle “deportate” da due anni lungo il troppo periferico e poco frequentato viale Berone. La decisione era stata presa per ridurre l’affollamento nei tempi della massima emergenza Covid, risolvendo nel contempo i problemi che da tempo – da quando le normative sulla sicurezza nei luoghi pubblici si sono fatte più stringenti – suggerivano la totale inadeguatezza di via Ivrea, troppo angusta per ospitare le bancarelle e consentire al contempo il passaggio dei mezzi di soccorso (in caso di incendi o emergenze sanitarie).

Una conclusione cui sono giunti non solo i tecnici incaricati dall’Amministrazione comunale ma – è questa la novità – anche i periti incaricati dagli stessi ambulanti di esaminare la situazione e negoziare con l’assessore al Commercio Helen Ghirmu una (non semplice) soluzione al problema.

A quanto si è appreso, l’idea alternativa – che sarà testata a fine mese in occasione della Fiera di San Giacomo – è utilizzare alcuni spazi di piazza Carisia e il viale Don Bosio per accogliere una ventina di bancarelle oggi ospitate nell’ultimo tratto di viale Berone, ricreando una continuità anche visiva con via Ivrea e la sottostante area di piazza Massoglia: ciò consentirebbe di lasciare un gruppo di banchi, fronteggiantisi su due file, nel primo tratto dello stesso viale Berone.

L’esperimento sarà poi valutato, ma quel che è certo è che il mercato in via Ivrea non tornerà più, con buona pace di tutti: in primis gli ambulanti, che non lesinano comprensibili mugugni a riguardo, ma che si rendono ormai perfettamente conto che l’osservazione per cui “in tanti anni nessuna emergenza si è mai verificata in via Ivrea” non può essere la base su cui possa basare le sue scelte un’Amministrazione comunale (particolarmente questa, che vede alcuni suoi membri di primo piano sotto processo per omicidio colposo per un evento – anch’esso imprevisto e senza precedenti – come l’annegamento di un automobilista in un sottopasso).

m.v