Laura Doglione, insegnante in pensione di Rivarolo, ha già all’attivo tre volumi – “La guerra di Kira” (1995), “Con l’animo disposto a ogni battaglia” (2008) e “Miraal cuore” (2013) editi da Angolo Manzoni di Torino – e ha appena pubblicato per i tipi di Editrice Tipografia Baima- Ronchetti di Castellamonte (152 pagine, 13 euro) il nuovo romanzo “Occhi di masca”.
Due storie parallele che si intrecciano senza toccarsi, due figure femminili: quella di Netta che vive a Turbigo sul Ticino in una filanda, ha 19 anni nel 1918 e la cui fotografia compare sulla copertina del libro.
La sua storia ci porta nel mondo passato dei primi anni del ‘900, l’espansione delle filande, le migrazioni interne, la bellezza di una campagna ancora incontaminata, una civiltà contadina intrisa di religiosità e incantesimi, la Prima guerra mondiale e l’epidemia di febbre spagnola: “Con le sue dita sottili di adolescente rinnovava ai bachi la lettiera, cambiando le foglie dei gelsi ormai tutte smangiucchiate con frasche appena raccolte”.
La storia di Malìa si svolge invece in un altro tempo del ‘900 che si affaccia sulla modernità del secondo dopoguerra, in cui la protagonista vive la propria adolescenza come preludio di sogni grandiosi e ideali, nello stravolgimento del mondo che cambia negli anni ‘60, ove si affaccia la determinazione femminile, la difesa dell’ambiente, un sostanziale e profondo cambiamento nei rapporti personali e sociali che ha inizio: “Perché adesso Malìa è davvero su un treno e parte finalmente per il vasto mondo, a cercare quel che le brucia dentro e ancora non ha un nome”.
Donne apparentemente distanti che vivono la simbiosi dell’essere “masche”, un po’ streghette che vivono attraverso il tempo e lo spazio, legate da un filo robusto, da un’essenza profonda che le accomuna: occhi che stregano, sensibilità acuta, il contatto con lo spirito più magico della natura, l’amore per gli animali e un’anima selvatica la cui aspirazione costante è il bisogno di libertà, in cui il loro destino non contempla l’attesa passiva dell’uomo ideale.
Due storie speculari.
Nei capitoli alternati di Malìa convergono echi di altre storie, frammenti e accenni che rimandano a vicende narrate nel precedente libro dell’autrice “Mira al cuore” che ripropone alcuni dei protagonisti della non troppo lontana stagione partigiana, con i loro destini.
f.d.
Redazione Web