Gli spazi del Liceo Musicale, in via Sant’Anna 1, si aprono a nuove forme d’arte: come l’arte ceramica, esemplificata nella mostra “Terre fertili” che presenta opere di Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn.
Inaugurazione oggi, sabato 25 febbraio alle 11,30, apertura fino al 6 maggio, dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 20, sabato dalle 9 alle 12; chiuso nei giorni 8, 10 e 25 aprile. Ingresso libero. Si possono concordare visite fuori orario telefonando al 320/72.97.173.
“Terre fertili”: due parole che, spiega Anna Tabbia (docente, poetessa, scrittrice), efficacemente definiscono l’evento voluto e organizzato dall’associazione Liceo Musicale di Rivarolo.
Le opere di Baruzzi e Marthyn, realizzate in terra, “sono esposte in un parco, sulla terra, per la terra, in un giardino di comprovata bellezza. Due visionari con i piedi sulla terra e lo sguardo aldilà, alla ricerca della bellezza e della sperimentazione con l’unione di altri linguaggi artistici quali quello della musica e della parola poetica”.
Baruzzi e Marthyn: da anni lavorano gomito a gomito condividendo spazio creativo, eventi, pensieri, parole, sculture. Condividono senza mescolarsi: impossibile confonderli.
Le ceramiche di Marthyn sono un’immersione nella fiaba della Natura: gli alberi del bosco, la luna, gli animali.
La grande luna, dilatata a dismisura, è fanciullescamente personificata dalle gote rubiconde e dall’espressione contrariata, forse per l’ invadenza del gufo…
In questo fantastico mondo – il risultato di immaginazione, astronomia, arte e poesia- c’è anche spazio per il picchio che picchietta: i suoi buchi sul tronco richiamano le famose macchie lunari.
Eppure è tutto così vero: la mirabile visione di Marthyn è proprio questa armonica fusione di fantasia e realtà.
“A quest’ultima (la realtà) – prosegue Anna Tabbia – sembra aderire con maggior fedeltà l’opera di Baruzzi, anche solo per il suo soggetto prediletto: le dimore. Da sempre, declinate in forme colori e funzioni differenti, le sue casette sono il filo conduttore della sua visione: dimore mediterranee, dimore sbilenche, dimore materiche, dimore dell’anima. Ed ora queste dimore si sono, per così dire, sintetizzate: le forme si sono geometrizzate e il bianco, combinazione di tutti i colori, domina incontrastato…”.
Baruzzi presenta anche opere della serie “Flowers… per dirlo con un fiore…”: affascinata dal mondo floreale, perché trabocca di significati, forme, colori.
Numerosi i suoi fiori in bilico, in acrobatico equilibrio, a suggerirci la precarietà dell’esistenza.
A riflettere sulla compresenza di natura e intervento dell’uomo, vi sono i fiori in città, che non colorano campi, ma imprevedibilmente si incuneano tra una costruzione e l’altra.
Ci colgono di sorpresa, ci insegnano che realtà diverse possono integrarsi in un tutto armonico.
Redazione Web