Ho incontrato Rocco ad una cena a casa di Paola e Renato, amici comuni. Mi ha molto colpito che volesse farmi conoscere i suoi fratelli, compagni di un’avventura iniziata nel 1988 tra Vaiano e Paullo in provincia di Lodi: pianure e nebbie, piccoli paesi, gente che si dà da fare, comunità unite e semplici. All’inizio, alcuni giovani, pronti ad accogliere la provocazione del parroco, iniziarono a ospitare persone con disabilità in una vecchia canonica abbandonata.

Giovani non si rimane, purtroppo. Crescendo si sviluppa un’idea fondante: attraverso il lavoro ogni persona, con i talenti e le abilità che ha o non ha, ciascuno partecipa alla costruzione della società e di se stesso. Nasce così la cooperativa sociale Il Carro che, come una carovana in cammino, cresce coinvolgendo sempre più persone e attirando il sapiente sostegno del sindaco di Paullo.

Oggi il Carro, attraverso molteplici attività lavorative – assemblaggi e imballaggi, lavorazione del legno, manutenzione del verde, pulizia ambienti, trasporto persone, stireria sociale – permette a decine di persone di partecipare alla vita della propria comunità da protagonisti, non solo a Paullo, ma in paesi vicini e persino a Milano!

Accogliendo l’invito di Rocco, da anni volontario educatore, ho partecipato al pranzo che ogni due settimane raduna gioiosamente tutti gli operatori e i volontari. Ci siamo seduti vicino a Donata, fisioterapista che fu tra i primi soci, Emanuele, educatore professionale, Anna, artista e pittrice.

Gustando un’ottima pasta e fagioli, ho conosciuto la storia di Anna Erminia, pochi anni prima manager in carriera sinché un serio incidente vascolare cerebrale cambia decisamente la sua vita. Deve ripartire daccapo, ma, grazie alla saggezza di Donata e altri amici, riesce ad esprimere il suo amore per la bellezza, soprattutto per i colori. Il blu in tutte le sue sfumature è la sua passione: cielo, mare, natura, spiritualità. I colori della libertà.

Anna mi ha fatto vedere con orgoglio le sue realizzazioni: i suoi quadri e bellissimi orecchini (che ho puntualmente acquistato). Mentre illustrava i risultati del suo lavoro le brillavano gli occhi e il volto si apriva a un bel sorriso. Ho capito allora quello che mi aveva detto Rocco: “Ho cercato di essere per loro un maestro, ma soprattutto di essere testimone che la vita si può vivere, anche se faticosa, con letizia e gioia”.