Nel decimo anniversario dell’elezione al Soglio pontificio di Papa Francesco la Presidenza della Cei ha inviato al Santo Padre questo messaggio di auguri.
Beatissimo Padre, sono passati dieci anni da quel “Buona sera!” con cui si presentò alla Chiesa e al mondo intero; da allora le Sue parole e i Suoi gesti hanno continuato a toccare il cuore, a sorprendere, a parlare a tutti e a ciascuno. Quel saluto è stato l’inizio di un dialogo: in questo tempo, ci ha aiutato a capire quanto il Vangelo sia attraente, persuasivo, capace di rispondere ai tanti interrogativi della storia e ad ascoltare le domande che affiorano nelle pieghe dell’esistenza umana. Ci ha insegnato a uscire, a stare in mezzo alla strada e soprattutto ad andare nelle periferie, per capire chi siamo. Possiamo conoscere davvero noi stessi solo guardando dall’esterno, da quelle prime periferie che sono i poveri: Lei ci ha spinto a incontrarli, a vederli, a toccarli, a fare di loro i nostri fratelli più piccoli. Perché, come ci ha ricordato più volte, la nostra non è una fede da laboratorio, ma un cammino, nella Storia, da compiere insieme. Vogliamo esprimerLe la nostra gratitudine per aver accolto l’eredità di Benedetto XVI e per averci accompagnato, a partire dall’Anno della Fede, incoraggiandoci a vivere da cristiani nelle tante contraddizioni, sfide e pandemie di questo mondo. Con l’impegno a “tracciare insieme sentieri di pace”, perché “solo la pace che nasce dall’amore fraterno e disinteressato può aiutarci a superare le crisi personali, sociali e mondiali” (Messaggio per la Giornata mondiale della pace, 1° gennaio 2023). Insieme alle Chiese che sono in Italia Le porgiamo i più cari auguri per questo anniversario, assicurandoLe la nostra vicinanza operosa e la nostra preghiera.
Carissimi Fratelli e Sorelle
nelle nostre chiese abbiamo certamente ricordato in preghiera, durante la celebrazione delle S. Messe, il Santo Padre Francesco nel 10° anniversario della Sua elezione.
Il 20 marzo, solennità di San Giuseppe, nella S. Messa che celebrerò in Ivrea, alle 18, nella chiesa di S. Maurizio, rinnoverò il ricordo orante di tutta la diocesi.
Due motivi, che profondamente si intrecciano, illumineranno così la nostra preghiera: san Giuseppe: l’uomo a cui il Signore ha affidato gli umili inizi della redenzione; Pietro: l’uomo a cui lo stesso Signore affida, con un compito speciale, ciò che dalla Redenzione è scaturito.
“Habemus Papam” perché Dio si è fatto uomo e perché agli uomini è affidata da Gesù Cristo la missione di continuare sulla terra il compito a Lui dato dal Padre.
La Chiesa non è, infatti, un puro legame spirituale fondato su una astratta credenza in Dio: è un fatto generato dal mistero dell’Incarnazione; un popolo nato dalla presenza di Cristo nella storia; un corpo – il Corpo mistico di Cristo – in cui il Signore Gesù continua ad essere storicamente incontrabile dagli uomini di ogni tempo e di ogni luogo.
Il Signore sostenga Papa Francesco nel suo compito fondamentale: “confermare nella fede i suoi fratelli” (cfr. Lc. 22,32) e proclamare: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt. 16, 16).
Con la più cordiale Benedizione
† Edoardo, vescovo
Redazione Web