Sabato e domenica scorsi Pax Christi Italia ha tenuto la sua assemblea annuale alla Fraterna Domus, riflettendo sul tema “Educar(ci) alla Pacem in Terris sui passi di don Tonino Bello. Il Vangelo della nonviolenza”.

Sotto la guida del vescovo monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi, l’assemblea ha vissuto momenti di confronto, anche in piccoli gruppi, stimolata da importanti spunti di riflessione offerti da Ignazio Punzi, formatore, psicoterapeuta, autore, Monica Di Sisto, giornalista, vicepresidente dell’associazione Fairwatch, e Pietro Giovannoni, insegnante di Storia e Geografia nei Licei.

Domenica, dopo la relazione del coordinatore nazionale Norberto Julini, è stato presentato il Bilancio Sociale da Barbara Peruzzi e si è quindi provveduto a presentare e approvare bilancio consuntivo 2022 e preventivo 2023.

Ma al di là degli adempimenti statutari, l’assemblea è stata occasione per rinnovare scelte e impegni nel solco tracciato da don Tonino Bello, a 30 dalla sua morte.

Pax Christi si impegna a vivere oggi le scelte profetiche di quello che è stato vescovo di Molfetta, e presidente dell’associazione, non come un ricordo rivolto al passato, né tantomeno come una memoria edulcorata.

Gli attuali sono tempi di guerra e di guerre, di tragedie e stragi in mare di chi muore cercando vita, di ingiustizie planetarie che vedono a rischio il futuro stesso del pianeta e di noi suoi abitanti.

Per questo Pax Christi rinnova il proprio impegno, in rete e collaborazione con tante associazioni, donne e uomini di pace, ad “annunciare, denunciare e rinunciare”, come amava dire don Tonino, ricordando che “delle nostre parole dovremo rendere conto agli uomini, ma dei nostri silenzi dovremo rendere conto davanti a Dio”.

Crescono gli investimenti per le armi, in Italia e nel mondo – rapporto Sipri 2022: spese militari nel mondo 2 mila 240 miliardi di dollari (retepacedisarmo.org) -, cresce una politica sempre più prona a una cultura di guerra, una economia sempre più armata a discapito dei più deboli e a discapito della pace, alla vigilia di un giorno importante come la Festa del 25 Aprile, Pax Christi è tornata a ripetere le parole pronunciate da don Tonino all’Arena di Verona il 30 aprile 1989: “Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si devono vendere, ma neppure costruire… che la logica del disarmo unilaterale non è poi così disomogenea con quella del vangelo, che la nonviolenza attiva è criterio di prassi cristiana, che certe forme di obiezione sono segno di un amore più grande per la città terrena… Se non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremo lucignoli fumiganti invece che essere ceri pasquali”.

Redazione Web