Una bella tradizione natalizia sambenignese, assieme ai Presepi di ceramica nel percorso archeologico di Fruttuaria, è quella dei Presepi dei borghi.

I comitati dei quattro borghi quest’anno hanno avuto un’idea alternativa e brillantissima.

Invece di fare come da tradizione i presepi nelle quattro cappelle (cosa stupenda, ma che richiedeva dispendio di energie e disponibilità anche di presenza fisica) hanno pensato di allestirne sempre quattro, ma in una sola meravigliosa cornice quale è il chiostro di Fruttuaria.

Ed ecco che in una stupenda scenografia di quattro lati si sono inserite le quattro realizzazioni.

Siccome chi scrive è un po’ di parte, iniziamo con quello di San Grato per la curiosa trovata che prende spunto da una cosa laicissima, ovvero il “gugetto”: si tratta del buco della serratura di una volta (“guget”) attraverso il quale si spiava dalla casa in strada.

Bene, adesso anche chi vuole ammirare il presepe di San Grato deve vederlo attraverso il gugetto.

Accanto vi è il presepe di San Nicolao, che con perizia architettonica sfrutta lo sfondo di una colonna del millenario chiostro ricavandone una impareggiabile e intima spiritualità.

Tradizionali, ma grandiosi, gli altri due.

Il paesaggio palestinese, dalla capanna alla reggia di Erode, con le case e i lavori della gente, ha ispirato la scenografia del presepe del rione Là Drint; la vita casalinga della Sacra Famiglia con animali, pozzo e pentola sul fuoco è al centro della realizzazione di quello di San Sebastiano.

Un suggerimento per i visitatori: se possibile, è preferibile ammirarli di sera, illuminati.

Una vera e propria suggestione.

Marco Notario

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