Fedeli sangiustesi ai piedi della Vergine Addolorata, lo scorso venerdì, per ringraziare come ogni anno per il miracolo avvenuto oltre due secoli fa: fra il 1743 e il 1744, difatti, si registrò la guarigione delle bovine affette da una pestilenza: Maria aveva ascoltato le preghiere rivolte per due giorni interi, di fronte alla sua effige, dai “gerbolini”, tribolati nel veder morire una delle loro principali fonti di sostentamento.
Per questo, il venerdì precedente la Settimana Santa, i sangiustesi continuano a celebrare la Madonna “del voto”.
Alla solenne Messa serale fedeli, contadini, giovani, priori, autorità hanno ancora una volta voluto rivolgerle quel grazie che proviene dalle generazioni passate, e che di cuore in cuore non cessa di trasmettersi lungo gli anni, con tanta gratitudine che sgorga dal profondo.
Con la statua che osserva e protegge i suoi cari figli, con sguardo di tenerezza.
“Anche questa sera il Signore è in mezzo a noi – ha salutato i presenti don Marco Marchiando –, e colei che ci dona suo Figlio la celebriamo là, sotto la croce. La celebriamo e la ringraziamo, per tutto quel torrente di Grazia che elargisce su di noi, per il suo Amore materno”.
La liturgia è stata animata dalla Cantoria e tante sono state le intenzioni di preghiera rivolte a Maria, con alcune particolari offerte ai suoi piedi: per la pioggia, per un bimbo, per il paese.
“Siamo qui per portare al cuore della Madonna tutta San Giusto – ha aggiunto il parroco –, ancora una volta con fedeltà. Vogliamo dirle il nostro semplice e filiale grazie…”.
La fiaccolata per le vie del paese è stata cosparsa di lumini, preghiere, canti, prima del rientro in chiesa per la benedizione finale.
Con quello sguardo, verso di lei, che continua per tutto l’anno: in un “Giardino del Canavese” che è anche Eden dell’Addolorata.
s.t.
Redazione Web