Se tutto il Mondo corre dietro a Padre Pio, come un giorno correva dietro a San Francesco d’Assisi – dice il Cardinale Raniero Cantalamessa – è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica, con le sue risorse, né la scienza, con tutte le sue promesse, a salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire l’Amore”.

Conclude con questo richiamo alle bellissime parole del Frate Predicatore della Casa Pontificia, appunto Padre Raniero, la catechesi che oggi affida al web il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

Come sempre dense di contenuti, peraltro espressi efficacemente in pochi minuti, le parole del Vescovo ci suggeriscono di meditare sulla straordinaria figura del Santo di San Giovanni Rotondo.

Sicchè… ci proviamo. 

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Il Beato transito di Padre Pio da Pietrelcina si compì il 23 settembre di 55 anni fa, nel 1968, quando il Frate cappuccino aveva 80 anni e la sua fama di santità già aveva valicato i confini di San Giovanni Rotondo, quelli della Puglia e dell’Italia.

La Chiesa lo ha elevato agli onori degli Altari proclamandolo Beato (2 maggio 1999) e Santo (16 giugno 2002).

Chi scrive ha avuto la grazia di conoscere due persone che hanno potuto raccontare di incontri diretti, l’una in confessionale, l’altra narrando del dialogo della propria madre con il Santo ed in entrambi i casi la sapienza delle persone semplici permise di avere sempre chiaro che si stesse al cospetto di un vero uomo di Dio.

E’ noto che la stessa consapevolezza non fu sempre e non fu sempre di tutta la Chiesa, comprensibilmente prudente nell’istruttoria e nel giudizio in ordine a tutto ciò che risulta in qualche modo alludere a forme rivelative “complementari” rispetto all’unica e definitiva Rivelazione pubblica, quella contenuta nella Parola di Dio, nell’Antico e nel Nuovo Testamento.

Basti dire che fu apertamente ostile a Padre Pio una personalità altissima delle Fede e della Scienza, come Padre Agostino Gemelli.

E’ detto tutto.

Ma anche in questo la grandezza della Provvidenza ci permette di leggere una lezione che non subisce l’usura del tempo e che rimane lì, sempre valida, preparata per ciascuno di noi e, in particolare, per quelli tra noi che credono – forse, talvolta, con qualche ragione – di avere ricevuto in dono qualche talento.

Intanto, è sempre un dono, non un merito.

Qual è questa lezione?

Presto detto: nella vita di Padre Pio ci furono momenti in cui, addirittura, il Sant’Uffizio (1923) ne pronunciò una sorta di sconfessione (esortando, tra l’altro, a non andare in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo) e lo fece con grande evidenza, pubblicandone il testo sull’Osservatore Romano.

Anni dopo – va detto – ci sarebbe stata una completa revisione di quelle posizioni.

Ma anni dopo.

Ebbene, come passò il tempo di quella e poi di altre, diverse, incomprensioni Padre Pio?

In un modo molto semplice: tirò dritto per la sua strada.

Ma – e qui è il punto – qual era la sua strada?

Era quella che separa (unisce) il confessionale dall’Altare dove celebrava la S.Messa.

Quella è la strada di un uomo di Dio.

Pregava, confessava, celebrava, spezzava il Pane.

Nessuna ribellione, nessun lavoro sotto traccia, nessuna critica, nessuna azione che potesse fare pensare ad un rapporto inconferente con i “followers”.

Preghiera, Eucarestia, Parola di Dio, Confessioni.

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Infine, ci permettiamo di ricordare l’appuntamento di domenica 24 settembre organizzato in San Maurizio dal Gruppo di Preghiera di San Pio da Pietrelcina “Maria Santissima Regina del Monte Stella”