Le fonti su di lui sono poco precise e oscure, avvolte nella leggenda.
In pellegrinaggio diretto a Roma, dopo aver donato tutti i suoi beni ai poveri, si sarebbe fermato ad Acquapendente (Viterbo), dedicandosi all’assistenza agli ammalati di peste e facendo guarigioni miracolose che diffusero la sua fama.
Peregrinando per l’Italia centrale, si dedicò ad opere di carità e di assistenza promuovendo continue conversioni.
Il suo culto è particolarmente sentito nel Nord Italia, in quanto protettore dalla peste che ha colpito questo territorio (e anche il Canavese) nel 1630.