(elisa moro) – Ivrea, celebrato nella gioia cristiana il Santo martire Savino.
Un grande momento di comunità e di festa, finalmente reso possibile dopo le restrizioni degli ultimi due anni di pandemia.
“Torniamo a celebrare, quest’anno, la festa patronale nei due ambiti, religioso e civile, che le sono propri, dopo due anni nei quali ciò è avvenuto in forma ridotta. Patronus rimanda a pater, il valore dell’origine”.
Così Mons. Edoardo Cerrato, Vescovo di Ivrea, ha commentato, felicitandosi della numerosa presenza di tanti, fedeli, associazioni, autorità civili e militari, in particolare il Sindaco e la giunta comunale, che hanno accompagnato l’urna del Santo martire – quest’anno scortata dall’ Unuci, Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia e
dai priori in carica – dalla chiesa di Sant’Ulderico alla Cattedrale,
dopo essere stata issata sul caratteristico landò di Giovanni Giannotti, che da oltre vent’anni svolge con attenzione e passione questo prezioso servizio.
“La santità porta il profumo del Signore, si diffonde in modo misterioso e porta dentro la luce di Cristo”.
Così Mons. Lorenzo Piretto, originario di Tonengo di Mazzè e Vescovo emerito di Smirne in Turchia, nella Santa Messa solenne, che ha officiato nel Duomo alle ore 10.30, ha tratteggiato la figura, il volto, di questo Santo, amato dagli eporediesi e invocato, soprattutto in passato, come taumaturgo.
Presenti, oltre a Mons. Piretto e a Mons. Cerrato, il Vescovo di Biella, Mons. Roberto Farinella – con il cuore sempre presente nella vita della Diocesi di Ivrea – i canonici della Cattedrale, numerosi sacerdoti e parroci della città e dei dintorni, sottolineando così la solennità del momento.
Proprio la liturgia, animata magistralmente dal Coro della Cattedrale, diretto dalla Maestra Ausilia Fiorina, coadiuvata all’organo dal Maestro Alessandro Veneri e alla Tromba dal Maestro Mattia Iseppato, ha saputo riassumere la bellezza di questo momento, regalando forti emozioni ai presenti.
Un ringraziamento speciale e doveroso, sempre in campo musicale, va poi alla banda cittadina, la “Banda di San Savino”, sodalizio di promozione culturale che è saldo riferimento per le occasioni significative della comunità civile e religiosa; la banda ha accompagnato la processione eseguendo brani della Tradizione liturgica, per poi offrire un saggio del proprio repertorio al termine della celebrazione. Infine, un doveroso quanto sentito ringraziamento – così si è espresso, con parole di paterno encomio il Vescovo Mons. Edoardo – anche a tutti gli organizzatori della festa di San Savino.
Una festa di popolo dunque, un ritrovarsi insieme, ma anche un forte richiamo a vivere sull’esempio del Vescovo Savino, che ha testimoniato con la stessa vita la profonda fede nel Cristo.
Un esempio alto, quello del Santo Martire, che “continua a predicare, a parlare, con le sue stesse reliquie, con l’esempio insigne e con la sua stessa presenza”, trasmettendo e diffondendo la bellezza di essere “incolae Christi”, abitanti di Cristo, innestati in Lui come tralci alla vite vera.
Su tutti, soprattutto oggi, lo sguardo materno della Madre di Dio e dell’Umanità, la Madonna, venerata nella sua Assunzione al Cielo, cui la bella Cattedrale è dedicata.