(g.f.) – Domenica 4 dicembre 2022 si è celebrata a Feletto la festa di Santa Barbara invocata contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa e quindi protettrice di tutte le persone esposte, nel loro lavoro, al pericolo di morte improvvisa: artificieri, artiglieri, minatori, vigili del fuoco. Secondo il martirologio romano, Barbara, figlia di Dioscoro collaboratore dell’imperatore, si convertì al Cristianesimo e, dopo esser stata processata e torturata per aver rifiutato di abiurare la fede cristiana, fu decapitata dal padre stesso che, immediatamente dopo, venne colpito da un fulmine.
La Società Santa Barbara di Feletto quest’anno ha celebrato i 160 anni dalla fondazione avvenuta, nel 1862, per iniziativa di Felettesi emigrati in Belgio, Germania e nelle Americhe dove cercavano lavoro come minatori.
La Società conserva ancora la bandiera originale, ormai consumata dal tempo, ma vivido vessillo di fede e tradizione.
Tradizione che una volta si esprimeva anche nelle parole della giaculatoria che i vecchi del paese, e mia nonna tra questi, recitavano e ripetevano più e più volte con voce sommessa, ma ritmata come un borbottio lontano quando si avvicina il pericolo di un brutto temporale e qualche familiare è nei campi a lavorare, e con le S (esse) dei Santi sibilate come le saette tra due nuvole: “Santa Barbara e San Simun difendine dal léivr e dal trun” (“Santa Barbara e San Simone difendeteci dal fulmine e dal tuono”).
Tradizione che, oggi, il Direttivo nelle persone di Cesarino Polesel, Cecilia Cocco e Elvio Castagna, cercano di tenere viva organizzando la festa annuale.