(elisa moro)  – “Omnia possum in eo qui me confortat! (Fil 4, 13):Posso tutto, perché è di Dio questa forza”.

Queste parole paoline ben si possono attribuire a Maria, che nelle Litanie Lauretane, tra i tanti appellativi, viene definita Virgo Potens, Vergine potente.

Virgo Potens: così viene invocata in diversi Santuari, in particolare in quello del Trompone, a Moncrivello, confinante con la Diocesi di Ivrea e luogo di spiritualità chè è riferimento per un’ampia area, estesa tra Canavese e Vercellese.

Ripercorrendo la storia, nel 1562 la Beata Vergine Maria apparve sopra una “trumpa” o “trompone” (tronco d’albero) a Domenica Millianotto, una donna gobba, balbuziente ed epilettica, guarendola dalle sue infermità (la guarigione del Trompone risulta l’unica, a livello europeo, legata all’epilessia).

Sul luogo fu presto costruito il Santuario, dedicato alla “Virgo potens”, voluto da Gabriella di Valperga consorte del Marchese di Moncrivello.

La costruzione ebbe inizio nel 1562, nel 1568 fu conclusa la “rotonda” rinascimentale, mentre nel 1600 si aggiunge il convento (concluso nel 1659 ed affidato per 180 anni ai Frati Minori Francescani della Provincia di Torino e per 40 anni ai Monaci Cistercensi) e, negli anni 1880-90, due palazzi in stile neoclassico voluti dall’Arcidiocesi di Vercelli che hanno ospitato, fino al 1970, il Seminario Minore diocesano. Una struttura imponente, ricca di storia e fede, che racconta di una devozione verso Maria, venerata come “donna potente”.

L’attuale compendio architettonico è, invece, il risultato del provvidenziale incontro, nel 1970, tra l’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Albino Mensa (già Vescovo di Ivrea prima di Mons. Luigi Bettazzi) ed il Beato Don Luigi Novarese.

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Virgo potens: Maria Santissima è la “mulier fortis, la donna forte”, perfetta, attenta a tutte le esigenze (Prv 31,10), paragonata dalla Liturgia ad un esercito, “terribile come schiere a vessilli spiegati” (Ct 6,4).

La Vergine potente è prefigurata dalle donne forti dell’Antico Testamento, tra cui spicca la figura eroica di Giuditta, che decapita Oloferne, liberando e salvando il popolo dei credenti dalle mani dell’esercito pagano (cf. Gdt 13,8).

Similmente Maria Santissima schiaccia inesorabilmente la testa al serpente antico, impedendo di nuocere alla Chiesa di Dio, nuovo popolo dei credenti: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno (Gen 3,15).

San Giovanni Paolo II, commentando questa scena, in cui si esprime la potenza e la forza benefica della Virgo potens diceva: “Maria, Madre del Verbo Incarnato, viene collocata al centro stesso di quella inimicizia, di quella lotta che accompagna la storia dell’umanità sulla terra e la storia stessa della salvezza, come segno di sicura speranza”.

La forza di Maria proviene da Dio, prima discepola, Colei che ha sperimentato pienamente la debolezza di Cristo (cf. Lc 1,48), vivendo per la Potenza di Lui (cf. Lc 1,49): “grandi cose ha fatto in me Colui che è grande”.

Riprendendo il parallelismo paolino, Dio manifesta la sua Onnipotenza, la Sua forza, nella debolezza della Redenzione perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini (1Cor 1,25).

Come Maria nel Magnificat, anche San Paolo precisa, in vari momenti delle Lettere, questa mirabile economia di Dio.

La debolezza umana è lo strumento scelto da Dio per operare con la grazia.

È un grande mistero, rivelato a san Paolo in termini impenetrabili: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2Cor 12,9).

Il mistero rimane imperscrutabile per chi non si lascia penetrare dalla viva fede in Cristo.

La pienezza di questa fede è in Maria, donna della totale fiducia del progetto divino e, per questo, Regina delle Vittorie, come definita da San Pio V, in seguito alla sconfitta dei turchi a Lepanto, il 7 ottobre 1571.

Maria è potente presso Dio a favore dei suoi devoti, soprattutto attraverso la potente – ma talvolta, in questi tempi non facili, bistrattata – “arma” del Santo Rosario, preghiera tanto amata dai Santi e dal popolo cristiano.

Ma perché mai le preghiere di Maria sono così potenti presso Dio?

A questa domanda può rispondere efficacemente Sant’Alfonso Maria de Liguori: “Perché Ella è madre e, poiché è premurosa, è impossibile che non esaudisca le preci innalzate”.

In una stagione dell’umana vicenda caratterizzata, come quella odierna, da molteplici turbolenze, guardare alla Virgo Potens significa affidarsi ad un’ancora di sicura speranza, alla Stella che indica il cammino.

Lei sola può tutto davanti a Dio, come ricorda San Germano in una sua orazione: “Voi siete, o Maria, onnipotente per salvare i peccatori, e non avete bisogno d’altra raccomandazione presso Dio, perché siete la Madre della Vera Vita”.