(elisa moro – immagini di giancarlo guidetti) – “Diventare testimoni luminosi della speranza di Cristo”: con questo appello l’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, ha invitato i numerosi fedeli convenuti al Santuario della Vergine Potente del Trompone, a Moncrivello, , per la celebrazione, di sabato 8 febbraio alle ore 18 di apertura come Chiesa Giubilare della Diocesi di Vercelli, a vivere in pienezza questo Anno di Grazia. Con Mons. Arnolfo hanno concelebrato Mons. Lorenzo Piretto, Arcivescovo emerito di Smirne, i Sacerdoti dioceani della zona pastorale di Vercelli, Don Alberto Carlevato e, ultimi ma non certo per importanza, gli ospiti, per i quali ha in conclusione portato il saluto padre Thierry, dei Silenziosi Operai della Croce.

Una fitta partecipazione di fedeli, tra cui numerosi giovani, che tuttavia non ha rotto il clima di preghiera e di profonda riconoscenza, che ha visto la presenza di due Diocesi, Ivrea e Vercelli, riunite sotto il “manto di Maria”, guardando all’Immacolata di Lourdes, a pochi giorni dalla memoria liturgica delle Apparizioni presso la Grotta di Massabielle, la prima avvenuta l’11 febbraio 1858.

Oltre alla Parrocchia di Moncrivello, Cigliano e Borgo d’Ale, facenti parte della stessa unità pastorale della Diocesi Vercellese, le tre Parrocchie canavesane affidate alla cura sapiente e zelante di Don Alberto Carlevato, Villareggia, Tonengo e Mazzè.

Presenti, a rappresentanza di queste comunità, anche i primi cittadini dei rispettivi paesi, oltre che il Coro interparrocchiale, diretto dalla Signora Viviana Gerardi; all’organo i Maestri Francesco Gianetto e Sandro Frola, che hanno saputo accompagnare e creare questo clima di raccoglimento.

Non ha partecipato quest’anno Don Giovan Battista Torre, rettore del Santuario, a causa di una lieve indisposizione: a lui è andato il pensiero riconoscente di tutti per il bene che ha fatto e continua a fare, certi che si ristabilirà presto.

Il Santuario della Vergine Potente del Trompone: una “cerniera” tra il vercellese e il canavese.

Forse si può dire che le mura del compendio monumentale rappresentino una sorta di “confine che unisce” territori, Diocesi, province, popolo, realizzando una viva e feconda, quanto originale, osmosi pastorale di grande valore.

Il Santuario è luogo di assoluta pace, sorto per celebrare l’apparizione mariana avvenuta secondo la tradizione il 26 giugno 1562, connessa alla guarigione miracolosa di una donna, Domenica Millianotto, affetta da epilessia e altre infermità.

Questo luogo di spiritualità è, per qualche metro, in Diocesi di Vercelli, ma molti sono i legami “del cuore” con la Diocesi eporediese, a partire dalla profonda devozione che i paesi limitrofi riservano alla Madonna del Trompone.

Un luogo di misericordia, di sofferenza vissuta in comunione con Cristo, ma soprattutto di speranza, Chiesa Giubilare nel vero senso della parola, come ha ben ricordato l’Arcivescovo di Vercelli che, citando la Bolla di indizione del Giubileo, “Spes non confundit”, ha ricordato, nell’omelia, integralmente filmata, come

ogni cristiano sia chiamato ad essere segno tangibile di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in una situazione di disagio” (cfr. n°10).

Presenti, alla Solenne concelebrazione, numerosi sacerdoti, delle parrocchie coinvolte, ma anche della comunità religiosa che mantiene vivo il Santuario, quella dei Silenziosi Operai della Croce.

Testimoniare la speranza: “ogni persona – ha ricordato l’arcivescovo – è pellegrino di speranza, bisognoso di misericordia, di perdono, chiamato a diventare testimone luminoso dell’amore di Cristo”, come le figure che le Letture domenicali hanno tratteggiato: il profeta Isaia, l’apostolo Paolo e Pietro, scelto da Gesù, nonostante il fallimento della pesca, a riprendere il cammino, alla sequela fiduciosa.

Proprio il mettersi in cammino, segno visibile del farsi pellegrini, ha concluso la celebrazione, con la tradizionale fiaccolata in onore della Beata Vergine di Lourdes, che, a causa del maltempo, ha potuto svolgersi all’interno del chiostro e dei locali del Santuario.

Pellegrini: è farsi semplici ponendo la fiducia in Dio, o, come meglio scriveva il Santo Padre Francesco, nella Bolla d’indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015, “Misericordiae Vultus”, “il pellegrinaggio è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata”.

La Vergine Potente, tanto invocata, aiuta a vivere in pienezza il Giubileo, invita, come alle Nozze di Cana ad ascoltare le parole di speranza del Figlio, lasciando che queste penetrino nel cuore di ognuno: “lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: «Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo, al quale va la lode e la gloria ora e per i secoli futuri” (n°25).

Per tutti possa essere un momento d’incontro vivo e personale con il Signore Gesù, porta di salvezza. Possa il Giubileo essere occasione per tutti di rianimare la speranza. Lasciamoci attrarre da essa e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano”.

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