(elisabetta acide)Comunione, partecipazione, missione: l’invito lo abbiamo accolto, commentato, “digerito”, praticato… stiamo uscendo dalla “fase sapienziale” del Sinodo sulla sinodalità e in avvio di quella che sarà la “fase profetica”, stiamo cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Ap 2,7.11.17.29; 3,6.13.22) proprio dalla lettura “narrativa” degli anni precedenti della comunità parrocchiale.

(Una stupenda e sempre commovente icona della Vergine Maria bambina, con i Santi Anna e Gioachino, custodita nella

Chiesa parrocchiale di S.Anna in Borgo Revel)

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Ci hanno aiutato i documenti CEI, le sollecitazioni del Santo Padre, i lineamenti … ma soprattutto, il dialogo, l’ascolto, la narrazione che hanno fatto emergere le istanze di una Chiesa in cammino, umile, attenta, con uno stile che diremmo delle “Beatitudini”.

Proprio dalla riflessione di questi anni di cammino, sollecitato dalla riflessione del gruppo dei catechisti della parrocchia di S. Anna, don Valerio D’Amico, il sacerdote che da tre anni guida la comunità parrocchiale, incontrerà la comunità, per un incontro che ha il volto del coraggio.

Il “coraggio” del Vangelo, quello che parte proprio dalla considerazione che è importante lavorare come “piccolo cenacolo”, quello emerso da quei “cantieri” che ci hanno insegnato la “conversazione nello Spirito” di una Chiesa rinnovata e missionaria, in “uscita”, ma anche in dialogo, vicini e lontani, perché ciascuno possa oggi udire il Vangelo “nella propria lingua” (At 2,6).

Da una programmazione pastorale davvero condivisa e in dialogo, i catechisti con il parroco hanno elaborato l’idea di un incontro “trasversale” per quella “piramide capovolta” che ha caratterizzato il metodo sinodale, una “sfida” nel “senso di fede del popolo di Dio”, nel quale la Chiesa legge la “voce dello Spirito.”

Il catechismo “non finisce e non inizia”, con questo presupposto catechisti e parroco vogliono percorrere la “strada della testimonianza”, dove la comunità “sale della terra” e “luce del mondo” (Mt 5,13-16) sul modello degli Apostoli, vuole “costruire comunità” con lo “stile della prossimità.”

I Pontefici ci hanno guidato nella storia e nel cammino, la CEI segue ed elabora traiettorie e indicazioni: San Giovanni Paolo II ha lanciato il famoso invito: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!” (22 ottobre1978); Benedetto XVI ha esortato ad «allargare gli spazi della ragione» (12 settembre 2006); e Papa Francesco parla della «realtà più importante dell’idea» (Evangelii Gaudium 231-233), e allora proviamo il coraggio del Vangelo nella comunità, insieme.

Per il giorno sabato 19 ottobre 2024, alle ore 10,30 in casa parrocchiale sono attesi tutti: l’invito è rivolto a genitori, anziani, giovani, appartenenti ai servizi parrocchiali… tutti per “essere comunità”, per “essere sinodo”, per incontrarsi e favorire la partecipazione dell’intera assemblea comunitaria, perché la proposta deve riguardare tutti.

L’idea di don Valerio e dei catechisti è quella della “proposta integrale”, dove occorre parlare di Vangelo, dove occorre annunciare, innestando la formazione dentro alle quattro grandi dimensioni dell’esperienza cristiana: ascolto dell’insegnamento degli apostoli, unione fraterna, frazione del pane, preghiere (At 2,42).

Proposta che dovrebbe diventare “comunitaria” perché “costruire comunità” è compito di tutti.

L’auspicio allora che l’incontro sia partecipato e sia “sinodo”, sia espressione della “conversione pastorale” di tutta la comunità.

Corresponsabilità allora, correlata alla missione, “tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune” (Lumen Gentium 30), in un cammino dove “tutti dobbiamo lasciare che gli altri ci evangelizzino costantemente” (Evangelii Gaudium 121), in un cammino che, come ci ha ricordato il nostro Vescovo

Mons. Edoardo Cerrato la nostra vita cristiana sia segno di speranza: “Non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita” – leggi qui –

E proprio nella logica sinodale giungono come comunità a Padre Edoardo gli auguri di buon compleanno, proprio in prossimità della data di domani (13 ottobre) .

A quelli della comunità parrocchiale, si uniscono – ce ne rendiamo interpreti – quelli che la comunità diocesana vuole rinnovargli; sono gli auguri più sinceri, la stima e l’affetto, uniti all’ assicurazione della preghiera per ottenere sempre la protezione di Maria Santissima sul suo ministero, lei che è “Madre di speranza” sorregga le comunità parrocchiali della Diocesi e il loro Pastore.

Proprio Mons. Edoardo ci ha sollecitati nelle sue lettere pastorali, a rinnovare l’impegno del cammino sinodale, del cammino dei “pellegrini di speranza”, per essere chiesa “in cammino”, in “discernimento”, per essere “voce profetica” di un autentico cammino di fede e di preghiera.

Vogliamo allora fare nostre, come comunità cristiana parrocchiale, le parole del nostro Vescovo della recente lettera pastorale (2024) “L’Anno Santo è tempo di grazia che ci è donato per una sincera conversione non solo – scusate l’immagine – a livello di “suolo”: le cose che si fanno, le attività e i metodi pastorali, le dinamiche del vivere ecclesiale –, ma in primo luogo nel “sottosuolo”, là dove affondano le radici del credere e del vivere da discepoli del Signore.

E proprio dal “suolo” vogliamo partire con questo incontro comunitario di “costruzione”, ciascuno con umiltà che non dimentichiamo è la parola latina “humilis”, che è tradotta non solo come umile ma anche alternativamente come “basso”, o “dalla terra”. Poiché il concetto di umiltà è ciò che ci fa partire “dal basso”, dalla terra, dal nostro essere radicalmente radicati, di essere “di Cristo”, per essere con Cristo e in Cristo e insieme, come comunità, camminare verso Cristo.