Un recente articolo dell’Huffpost titolava “Una metropoli chiamata Rsa: 342 mila italiani abitano nelle strutture assistite”, offrendoci una panoramica di quante persone sono accolte nelle strutture residenziali per anziani. In Piemonte ci sono circa 780 presidi Residenziali e Semiresidenziali, caratterizzati da strutture di piccole o medie dimensioni, in linea con la filosofia di un’accoglienza diffusa, in cui l’anziano può trovare ristoro ed assistenza. L’offerta di interventi socio sanitari per gli anziani non autosufficienti è principalmente nelle Rsa, ma non manca quella nei Centri diurni, in servizi di assistenza a domicilio, di semiresidenzialità e domiciliari di lunga assistenza.
Sempre in Piemonte, dal 2008, è attivo anche un altro progetto molto speciale che, rispondendo a quelle esigenze di prossimità e di solidarietà, ha proposto un’alternativa ai bisogni abitativi e di convivenza ad alcune famiglie del territorio di Torino. Il Condominio Solidale “A casa di zia Jessy” è abitato da anziani, genitori singoli con bambini e da famiglie di volontari che accompagnano l’attivazione di percorsi formativi strutturati e di orientamento e di ricerca del lavoro, interventi di supporto alle famiglie affidatarie, attività di socializzazione intergenerazionale e percorsi di autonomia finanziaria. Il condominio solidale si pone come luogo di protezione e socializzazione. Valori imprescindibili che favoriscono il benessere della persona ma anche di tutta la comunità che vi risiede.
Un altro esempio di condivisione, utile a favorire la possibilità che le persone anziane ritardino forme di istituzionalizzazione è la figura della “badante di condominio”. Il progetto è nato in Emilia Romagna e si è esteso velocemente anche in altre regioni, tra cui il Piemonte, e vede la possibilità che il condominio assuma un lavoratore o una lavoratrice con le competenze di badante: ogni famiglia deciderà l’ammontare delle ore e il tipo di servizi di cui ha bisogno.
Questo genere di servizio, in linea con la share economy, è teso solo in parte ad offrire una mera assistenza domiciliare. La badante di condominio sarà sensibile nel coinvolgere le persone in attività di gruppo, favorire la socializzazione e le relazioni positive tra vicini di casa, avendo anche a disposizione spazi condominiali in cui realizzare le attività ricreative.
La parola chiave per l’accompagnamento delle persone anziane non dovrebbe essere “assistenza” ma “socializzazione”, perché di questo hanno bisogno; compagnia, relazioni, e rompere l’isolamento.
Deve essere privilegiato il modello di assistenza dei piccoli numeri, attento alle esigenze di ognuno e che sappia creare aggregazione sociale, mantenere gli interessi pregressi della persona, mediare tra i limiti dell’età e le risorse, cognitive, emotive, personali che ancora sopravvivono nella persona anziana.
Esempi di condomini solidali o di forme di assistenza alternativa e condivisa non sono pochi ma devono diventare opportunità per tutti, perché anche quando si diventa anziani si dovrebbe avere la libertà di scegliere.