Un’indagine di Confartigianato Torino sul tema lavoro, condotta su un campione di associati, conferma una valutazione pessimista degli artigiani sul futuro delle proprie imprese e sulla possibilità di mantenere invariato, nei primi mesi del 2021, il numero dei propri dipendenti.
Il sondaggio è rivolto alle micro e piccole imprese artigiane associate: il 60% è titolare di un’impresa individuale priva di dipendenti, un quarto sono imprese che hanno tra 2 e 4 addetti (tra titolari e dipendenti), il restante campione ha più di 4 addetti.
Se non ci sarà una terza ondata epidemiologica e quindi un terzo lockdown, le imprese artigiane (40%) che hanno almeno un dipendente e che pensano di licenziare in un prossimo futuro sono il 14,5%, se ci dovesse essere un nuovo lockdown la percentuale potrebbe raddoppiare.
I settori merceologici interessati ai licenziamenti sono le costruzioni col 12%, per il settore moda si parla di un taglio del 20%, nella metalmeccanica il taglio previsto è del 13%; per il settore food, se dovesse andare male la vendita durante la finestra natalizia, si parla di ridurre i posti di lavoro del 17,5%; per il settore benessere è prevista una riduzione del personale del 10%.
L’alternativa al licenziamento per le ditte individuali che non hanno dipendenti, è la chiusura entro fine anno di un terzo delle imprese.