Manca sempre meno al Carnevale. Le settimane che precedono i giorni clou hanno come protagonisti gli Abbà, quest’anno anche al centro dell’immagine ufficiale del Carnevale.

Sabato 1 febbraio alle 16.30 si svolgerà la cerimonia del passaggio dello spadino in Sala Santa Marta: un rito di iniziazione in cui gli Abbà dell’anno 2019 passeranno lo spadino con un’arancia sulla punta a simboleggiare la testa del tiranno agli Abbà dell’edizione.

I nuovi piccoli Priori conosceranno il loro Ufficiale e verranno inoltre presentati al Generale e al Sostituto Gran Cancelliere.

Gli Abbà vengono presentati alla città nelle due domeniche che precedono quella di Carnevale, quest’anno 9 e 16 febbraio, durante l’Alzata degli Abbà, un’antica cerimonia di nomina e presentazione alla città dei rappresentanti delle parrocchie. Il corteo, preceduto dall’ufficiale addetto alle bandiere, si reca presso l’abitazione di ciascuno dei piccoli Priori; gli Aiutanti di Campo alzano l’Abbà dal balcone mostrandolo alla folla al suono della Diana eseguita dai Pifferi e Tamburi mentre il Generale saluta militarmente. Il Sostituto legge il verbale e lo fa firmare all’Abbà della Parrocchia, ai genitori e al Generale.

La terzultima domenica di Carnevale vedrà protagonisti Emma Cominetto per la Parrocchia di San Grato, Riccardo Raga per San Maurizio, Francesca Iachi Bonvin per Sant’Ulderico, Sara Nesta per San Lorenzo e Giulia Garda per San Salvatore. La settimana successiva, penultima domenica di Carnevale, sarà invece la volta di Costanza Caracciolo, Gaia Maridon, Giulia Fragale, Sofia Perino e Rebecca Ronco rispettivamente per le Parrocchie di San Grato, San Maurizio, Sant’Ulderico, San Lorenzo e San Salvatore.

Gli Abbà, piccoli priori delle parrocchie cittadine, compaiono fin dal primo anno registrato sul Libro dei Verbali nel 1808, ma la loro figura storica ha origini ben più lontane negli anni, quando i priori delle feste civili e religiose erano degli adulti che partecipavano e organizzavano questi eventi evidenziando così l’autorità che veniva loro riconosciuta dai vari poteri cittadini.

Cinque sono le parrocchie che nel 1808 nominano gli Abbà: San Maurizio, San Pietro e Donato (sostituita nel 1935 da San Lorenzo), Sant’Ulderico, San salvatore e San Grato. Presumibilmente fino all’unificazione dei Carnevali rionali, avvenuta nel 1808, questo ruolo era svolto da adulti i quali vennero poi sostituiti da ragazzi di giovane età rappresentanti dei colori rionali che avrebbero così ridotto drasticamente eventuali conflitti tra gli abitanti delle diverse parrocchie.

Per ricordare gli Abbà e l’origine dei festeggiamenti, ogni anno vengono scelti dieci bambini, due per ciascuna
 delle cinque parrocchie di Ivrea San Grato, San Maurizio, Sant’Ulderico, San Lorenzo e San Salvatore.

I bambini indossano costumi rinascimentali e portano sulla spalla destra uno spadino con un’arancia sulla punta, a simboleggiare la testa mozzata del tiranno. A loro il compito, nella sera del Martedì Grasso, di appiccare il fuoco allo Scarlo issato nella piazza del proprio rione.

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