Come un brulichio che popola le vie dei quartieri studenteschi delle grandi città, ogni formichina gira con il suo background sul groppone, ignorando ed anzi normalizzando quello delle miriadi di suoi simili. L’indifferenza è una pillola che ingoio sempre controvoglia.
Emanuele ha 23 anni, viene dalla Sicilia, e mi è parso da subito un ragazzo “a fuoco”, determinato ed a tratti caparbio. Sua l’idea, l’unica miseramente fallita, di portarmi in palestra. Mea maxima culpa. Ho assistito qualche giorno fa alla sua laurea, traguardo ambitissimo e raggiunto in tempo record. Nell’ascoltare però i suoi trascorsi scopro una narrazione in apparenza contrastante alla realtà che ho davanti. “Alle Superiori a scuola andavo per inerzia – mi racconta Emanuele –, ero il prototipo dello studente svogliato. Ho fatto i primi due anni all’industriale perché così avrei potuto lavorare subito dopo il diploma”. Ma non è il suo ambito.
“Passo allo Scientifico, dove arrivo senza pretese ed ambizioni. L’ho presa un po’ sottogamba – ammette – e infatti persi un anno.” E non è finita. “Avevo da un lato voglia di sbocciare e dall’altro non facevo nulla per farlo accadere. Ero inerme, attendevo solo la fine di quel percorso”. Emanuele passa quindi all’Economico-Sociale e qui si diploma con 72. “Un voto tutto sommato mediocre”, a suo dire.
Poi la trasformazione. In tutto. Dalle Superiori all’università. Da casa al collegio romano. “Volevo un cambio drastico. Ho scelto Roma per sradicarmi dalla mia routine da nullafacente. Mi sono detto: vado a Roma per cambiare”. Si iscrive a Economia e Finanza in una importante università e inizia la sua metamorfosi. Studia finalmente ciò che gli piace: non gli pesa masticare economia tutti i giorni. Lavora poi sul suo fisico perché “corpo e mente vanno insieme: l’allenamento mi ha aiutato a temprare la mia volontà”. E io qui dovrei imparare da lui. “Ho acquisito tanta fiducia in me – mi confida –; sono al centro di un circolo virtuoso che mi ha portato a laurearmi nella prima sessione disponibile con un ottimo risultato.”
Ma il suo riscatto scolastico non è finito qui, perché la triennale è solo la rampa di lancio per una magistrale top level. Entra in una delle università più rigorose e prestigiose d’Italia e non solo: sono diverse migliaia a tentare il test d’ingresso e solo 200 a passarlo. Emanuele è fra questi. Lui è una formichina furba: si è sfilato l’enorme fardello del passato e ne ha fatto un supporto per superare il muro delle difficoltà, perché la rivalsa è troppo bella e la strada in salita più lieve se la motivazione non vacilla.