(Filippo Ciantia)
Il Te Deum, uno degli inni cristiani più antichi, viene tradizionalmente cantato la sera di San Silvestro. È un inno di lode, di ringraziamento e di supplica. Nel tempo che scorre definitivamente, quante ragioni per lodare, quanti doni per ringraziare, quante pene per supplicare!
Il fatto per cui voglio lodare, ringraziare e supplicare ha le sue radici in una mattina, erano circa le 8 e 20, della prima settimana di aprile del 2017. Non vedevo Emilio da circa 50 anni, da quando, compagni di scuola, giocavamo al pallone sulla strada, proprio lì. Appoggiato al cancello della sua casa, stava chiacchierando con il dirimpettaio, Marco, comune amico.
Emilio soffriva da almeno 10 anni di una forma aggressiva del morbo di Parkinson. Avevamo tanto da raccontarci. Era curioso di conoscere le mie storie esotiche e dell’Expo: la famiglia, il lavoro, le belle cose e anche i guai. Grazie ai farmaci aveva varie ore di controllo dei movimenti, per le attività vitali e qualche passo per raggiungere la strada e fare quattro chiacchiere con chi passava. Sorriso ironico e complice, allo stesso tempo amaro e felice.
Cominciai a frequentarlo, finché una grave polmonite, probabilmente dovuta a difficoltà a deglutire, lo aveva portato, in gravi condizioni all’ospedale. Andavo a trovarlo tutti i giorni con la moglie Pia.
Le condizioni si erano rapidamente aggravate, portando alla gastrostomia endoscopica percutanea per la nutrizione. Le difficoltà al movimento e i tremori si erano aggravati: ho anche imparato a fargli la barba con ottimi risultati e apprezzamenti.
Da allora, per alternarmi ai familiari, vado a trovarlo tutte le domeniche per l’Angelus del Papa, che ci permette di mettere di fronte al mistero dell’incarnazione il bisogno di salvezza e di liberazione. Che lezione di serenità mi ha dato in questi mesi: mai un lamento, mai rimpianti, solo, qualche volta, discretamente, nei momenti di maggiore stanchezza, la domanda: “Perché a me?”. E, quasi come risposta, il suo sorriso ironico e sincero.
L’Avvento è stato bellissimo, segnato dalle parole del Papa in preparazione del Natale, culminato nella confessione e nella comunione eucaristica, ricevuta nel giorno di Natale, dopo tantissimi anni di dimenticanza.
Il tempo è Cristo che ci viene incontro.