Ogni mercoledì, alle ore 20.30, in via Varmondo 20, ad Ivrea (proprio davanti alla redazione del nostro giornale) si riunisce spontaneamente il gruppo degli Emotivi Anonimi. Per capire meglio chi sono e che cosa fanno, ne abbiamo parlato con Paolo, che ne fa parte da alcuni anni e che ci ha permesso di comprendere meglio il valore di questo gruppo di auto-aiuto.
È esperienza di ognuno avere a che fare, per un periodo più o meno importante della vita, con la difficoltà di gestire degli stati emotivi, di non riuscire a dare un senso alle proprie preoccupazioni o di sentirsi “una corda di violino” e perdere facilmente la calma di fronte ad una minima sollecitazione.
“Può capitare anche che queste difficoltà non siano accadute direttamente a qualcuno di noi ma potremmo avere in famiglia un caro che si sente incapace di stare bene, malgrado tanti sforzi – ci racconta Paolo –. In questi casi, che ci sia un coinvolgimento personale o che avvenga attraverso una terza persona, possiamo beneficiare del sostegno di un gruppo di auto-aiuto, persone che si riuniscono volontariamente che condividono una stessa problematica o difficoltà e che si offrono reciproco sostegno”.
Il gruppo Emotivi Anonimi di Ivrea è aperto dal 2014 ed è uno dei 16 gruppi presenti in Italia e si muove secondo 12 passi (o tappe) di crescita che permettono alla persona di raggiungere una comprensione di sé ed una desiderata stabilità emotiva. Il programma dei “12” è nato per sostenere le persone con problemi legati all’alcolismo e già dal 1939, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ne raccomandò l’uso e la diffusione, ed è ritenuto validissimo anche per il sostegno da altre dipendenze prendendo avvio dalla motivazione di persone che vivono uno stesso problema.
“Tutte le persone che afferiscono al gruppo degli Emotivi Anonimi possono scegliere di utilizzare solo il nome proprio, non il cognome, o di sceglierne uno di fantasia, per rispettare la riservatezza di ogni persona e anche tutto quello che viene condiviso in termini di esperienze personali non sono divulgabili all’esterno – aggiunge Paolo –. Attraverso il gruppo si spezza quell’isolamento sociale che un malessere o una dipendenza possono creare e la condivisione dei problemi aiuta a prendere in mano la propria vita ponendosi gli obiettivi dei 12 passi per modificare lo stato di sofferenza in cui ci si trova”.
La partecipazione ai gruppi è libera, i gruppi non sono caratterizzati da appartenenze politiche o religiose e ognuno deve sentirsi il benvenuto. I gruppi non prevedono la presenza di un vero e proprio leader perché ognuno è responsabile del buon funzionamento del gruppo, può essere presente un facilitatore, che mantiene i contatti con gli altri gruppi.
Tuttavia in ogni gruppo sono presenti persone che hanno maturato una maggiore esperienza nella gestione delle difficoltà condivise, e che si possono offrire come “sponsor” per aiutare chi si trova in maggiore difficoltà.
Esiste anche un gruppo Facebook “emotivi anonimi italia official group” per poter seguire gli eventi in bacheca o poter partecipare alle riunioni bisettimanali.
Al gruppo di Ivrea si può giungere presentandosi ad una riunione del mercoledì, o scrivendo all’indirizzo eaivrea@emotivianonimi.it e per ulteriori informazioni si può visitare il sito emotivianonimi.it.