(Graziella Cortese)
Nell’emergenza Covid-19 vi sono tante vittime non sempre riconosciute, e tra queste emergono le donne: i problemi in aumento riguardano la famiglia, l’ambito sociale, le difficoltà legate al lavoro.
L’attrice americana Geena Davis è da tempo alla guida di un’associazione per i diritti delle donne, in particolare promuove i personaggi femminili all’interno di sceneggiature cinematografiche e nelle serie televisive. Per comprenderne l’importanza è possibile vedere il documentario “This changes everything”, che esamina come vengano rappresentati i ruoli femminili e come l’industria cinematografica abbia discriminato pesantemente il lavoro di cineaste, attrici, sceneggiatrici. I dati sono piuttosto incredibili, e un film come “Thelma e Louise” appare come una vera e propria rivoluzione…
Arkansas, anni ’90. Louise ha quarant’anni e lavora come cameriera in un fast food, la sua vita scorre tra i ricordi tristi del passato e un presente non sempre soddisfacente; la sua amica Thelma è più giovane, vive con il marito Darryl, un uomo autoritario che la trascura e la considera una proprietà personale.
Per evadere dalla routine le due amiche decidono di trascorrere un weekend in montagna e partono senza informare i rispettivi partner, cominciando un viaggio on the road che ha il sapore della libertà. Lungo la strada si fermano in un locale dove si suona musica country, l’atmosfera è allegra e si beve un po’…
La serata però si trasforma in modo tragico, poiché un uomo all’uscita del pub aggredisce Thelma e tenta di violentarla, e Louise accorsa in aiuto colpisce l’aggressore sparandogli a bruciapelo un colpo di pistola.
Tutto, da quel momento, non è più come prima: ha inizio una vera e propria fuga verso il Messico, ed è un’emancipazione non soltanto fisica, ma un percorso mentale che lega le protagoniste fino alla fine.
Per nessuna delle due è più possibile tornare indietro.