Le comunità parrocchiali di Villareggia, Mazzè e Tonengo hanno dato l’ultimo saluto, martedì 16 gennaio scorso, a Giovanna Pellino, Ved. Carlevato, mamma del Parroco Don Alberto.

Un collettivo e grande abbraccio ideale, ma sono stati in tanti che hanno voluto abbracciare davvero il loro Pastore che, con il fratello Andrea, già dal giorno precedente, quando si è pregato il Santo Rosario in Chiesa parrocchiale era lì per accompagnare la mamma nell’ora del commiato.

Già lunedì sera, nella splendida chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi (ne abbiamo parlato qualche giorno fa, proprio a proposito del Presepe francescano, in questo VIII centenario dalla

prima sacra installazione di Greccio – leggi qui – )

si era, infatti, riunita tanta gente.

E, proprio in quella occasione, trattenendo con qualche fatica la commozione, Don Alberto aveva richiamato la circostanza, bella e, ad un tempo, edificante: qui c’è mio fratello Andrea, che con me vi ringrazia della partecipazione, insieme alla sua famiglia. Io, come vedete, ho in voi la mia grande famiglia.

E davvero, in questi anni di servizio

(trenta di Ordinazione presbiterale, 22 di ministero a Villareggia, 15 a Mazzè – leggi qui)

 ha saputo conquistarsi la stima e l’affetto di tutti i parrocchiani.

E proprio di quel giorno in cui si è festeggiata Santa Cecilia, il 22 novembre scorso, ha voluto dare una testimonianza toccante il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato che, al termine della preghiera del S.Rosario, condotto da Don Stefano Revello (come vedremo poco oltre, l’Arciprete di Rivalta ha dettato anche l’omelia nella S.Messa esequiale) ha saputo rendere un delicato ed affettuoso ricordo.

In quella giornata, infatti, Don Alberto gli aveva chiesto di accompagnarlo alla casa di cura del Trompone, per un saluto alla mamma, che vi era da tempo ricoverata.

Il Presule aveva accettato con piacere, sicchè lunedì ha potuto dire a tutti i presenti di quante premure e di quanta filiale sollecitudine il loro Parroco fosse stato capace, senza abbandonare mai, pur adempiendo ad ogni urgenza pastorale, la “mano” della propria mamma.

Una mano che tiene l’altra, gli occhi nei suoi, fino a quando la vita li ha illuminati.

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Ma quella dei fedeli non è stata certo l’unica presenza significativa in questi due giorni.

Certo, i fedeli, i parrocchiani, sono la famiglia di adozione.

Ma davvero rilevante è stata altresì la presenza di Diaconi, di Confratelli nel sacerdozio e di Vescovi: insomma, davvero tutta la Chiesa.

Nel giorno delle esequie hanno concelebrato venti Sacerdoti, anche della Diocesi di Vercelli, oltre a Mons. Pier Giorgio Debernardi, già Vicario Generale della Diocesi di Ivrea, Vescovo emerito di Pinerolo.

La S.Messa è stata presieduta da Mons. Lorenzo Piretto, Arcivescovo emerito di Smirne, come sappiamo originario di Mazzè.

Giunti al Cimitero di Valperga, paese che ha dato i natali alla famiglia, e dove la Signora Giovanna riposerà, è arrivato anche il Vescovo di Biella, Mons. Roberto Farinella (già Vicario episcopale della Diocesi di Ivrea per la Vita Consacrata) a pregare ed impartire la benedizione.

Se Cuorgnè è stata la culla della famiglia Carlevato (dove Don Alberto visse fino all’età di sei anni), Valperga è stato il luogo in cui hanno posto profonde e feconde radici.

Papà Domenico e Mamma Giovanna (sposati dal 23 maggio 1966 al Santuario di Belmonte) si erano rimboccati le maniche ed avevano realizzato il loro sogno: edificare casa e capannone, dove Domenico avrebbe esercitato, con successo e stima di tutti, l’attività di Carrozziere.

La mamma assicurava, oltre alla cura dei figlioli, la tenuta della contabilità, con uno scrupoloso lavoro in ufficio.

Ora l’officina è condotta da Andrea, con suo figlio Matteo.

Lei avrebbe poi seguito Don Alberto, nella sua missione: come non pensare ad un’altra mamma – forse più famosa, ma certo animata dalla stessa sollecitudine – Margherita, che non lasciò mai solo il Santo del Valdocco.

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Di questi giorni, che sono stati giorni di dolore, ma anche di speranza, in cui l’idea e, soprattutto, la realtà dell’amore si è manifestata in tutta la propria ricchezza di iridescenze, capace di una consolazione non effimera perché completamente rimessa all’Amore di Dio, crediamo che qualcosa debba restare, perché possa diventare patrimonio comune, nel nome di Giovanna.

Così offriamo ai Lettori un video, che ripropone, insieme alle immagini, soprattutto la splendida omelia dettata da Don Stefano Revello: davvero un momento alto di fede.

Pensieri alti e, tuttavia, esposti in modo che fossero accessibili a tutti, alle persone più istruite, come a quelle semplici: certo parole indimenticabili.

E che sarà possibile riascoltare e meditare.

Torna alla mente (se è permesso un ricordo personale) una verità che udimmo da una Signora nostra amica, incontrandola ad un funerale.

Nel salutarla esordimmo con la “solita” frase, che certo non ha il pregio dell’originalità, pur se qualche verità la esprime: ”Ci vediamo ormai solo in queste occasioni”.

La sua risposta ci parve illuminante: “E’ il loro modo per tenerci uniti”.

C’è tanto di vero: riunire nella preghiera e nella condivisione di sentimenti d’amore (una parentesi preziosa in tempi così difficili) tante persone, pensiamo sia l’ultimo regalo che la Signora Giovanna ci abbia fatto.

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