CHIVASSO – Il “Disnà d’la festa” di domenica 26 novembre, a base di “fasoei cun i preive”, ha concluso le celebrazioni per i tre solenni anniversari della frazione Torassi.

Nel 2023 ricorrevano infatti i 520 anni dal primo insediamento abitativo, i 250 dalla consacrazione della cappella dedicata alla Presentazione al Tempio della Madonna e i 100 della nascita di don Giovanni Fluttero.

Di quest’ultimo, quello della nascita di don Giovanni avvenuta il 10 maggio 1923, si è parlato diffusamente a maggio, quando ai festeggiamenti aveva partecipato anche il compianto vescovo monsignor Luigi Bettazzi, coscritto dello storico sacerdote chivassese.

Successivamente il Cpf Torassese ha fissato la sua attenzione sugli altri due anniversari.

A inizio novembre Fabrizio Spegis, presidente della Società di Studi Storici Chivassese, ha tenuto una conferenza sul primo insediamento torassese.

In epoca romana il territorio era stato diviso in centuriazioni di cui è ancora testimone la Mansio Quadrata di Verolengo.

Tra XV e XVI secolo, nel libro delle Mutazioni sono segnalati dei passaggi di proprietà: Pietro Torasso, con la sua famiglia, si trasferì da Torrazzo, paese della Serra di Ivrea, nelle campagne circostanti Chivasso, e dal nome di quella famiglia ha preso il nome la frazione.

Da sottolineare che vicino alle case torassesi, dove ora si trova il bivio della strada per Rondissone, vi era un terreno chiamato “Le giustizie” dove sorgevano le forche.

Durante la conferenza Spegis ha dato notizie anche delle altre frazioni chivassesi.

Le più antiche sono Cerello e Montegiove, poi nacquero Berre e Rivera; a Boschetto, toponimo relativo a un piccolo bosco che sorgeva lì vicino, s’insediarono i Cambursano, mentre i Mosca e i Margarita si stabilirono, rispettivamente, nell’attuale Mosche e in un borgo che fu poi incluso in Castelrosso.

A Betlemme, Borghetto e Chiavarini gli insediamenti risalgono all’epoca in cui furono erette le abitazioni a Torassi, mentre Pratoregio, la cui toponomastica indica un luogo destinato a prato, fu eretta nel XVII secolo, e nel secolo successivo videro la luce Pogliani e Mandria.

Le famiglie che hanno fatto nascere queste frazioni provenivano, nella maggioranza, dal Biellese.

La chiesa di Torassi è menzionata da Giuseppe Borla, lo storico di Chivasso; solo nel1777 ci fu la prima visita pastorale del vescovo di Ivrea, Giuseppe Ottavio Pochettini di Serravalle.

L’edificazione della chiesa avvenne a spese degli abitanti della frazione; in essa l’altare è dedicato al Beato Angelo Carletti, il tabernacolo è ligneo e foderato di seta rossa e gli arredi sacri sono antichi e preziosi.

Prima di questa cappella le funzioni si tenevano nella chiesa di San Calocero, anch’essa ricordata dal Borla, che si trovava nella zona del Poasso: di questa si sono perse le tracce.

Domenica 19 novembre, poi, monsignor Edoardo Cerrato ha celebrato la Messa in onore della Vergine, presenti i priori Elena Ercoli e Giovanni Surace.

Nella omelia il presule ha ricordato il ‘500, secolo di guerre ma anche di riforma della Chiesa e di grandi santi come Ignazio di Loyola, Filippo Neri e Teresa d’Avila.

La chiesa edificio – ha aggiunto –, quando viene consacrata, diventa casa dei figli di Dio e noi siamo la Chiesa del Signore.

Ha poi ricordato don Giovanni Fluttero, pastore fedele alla sua realtà e ha invitato a pregare per i sacerdoti il cui numero è sempre più esiguo.

Essendo inoltre la domenica in cui si leggeva il Vangelo dei talenti, ha messo in evidenza che i talenti vanno fatti fruttare e non nascosti sotto terra.

Al termine della liturgia si è effettuata la processione con la statua della Madonna, portata in spalla dagli Alpini di Chivasso.

Anche la sera del 21 novembre, ricorrenza liturgica della Presentazione, è stata celebrata la Messa e si è nuovamente portata in processione la Vergine.

Nella chiesa degli Angeli del capoluogo, inoltre, dal 10 al 19 novembre è stata allestita la bellissima mostra di fotografie “Storie di Torassi”: alcune sono le copie delle gigantografie che fanno bella mostra di sé sui muri delle case in frazione, altre sono state fornite dagli abitanti.

La mostra ha avuto grande successo, più di 700 visitatori hanno apposto la loro firma sul libro-visita.

Il pranzo conclusivo, cui ha partecipato anche l’attuale parroco don Giampiero Valerio, insieme ai priori, è stato molto apprezzato dai numerosi ospiti che hanno gradito il menù, vario e tipico, e il dolce offerto dai priori stessi. franca sarasso

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Redazione Web