“Bene l’intervento del Governo per fronteggiare il grave problema della siccità che colpisce l’Italia dove si perde ogni anno l’89% dell’acqua che arriva al suolo grazie alla pioggia”.
È positivo il commento di Coldiretti Piemonte al decreto legge approvato dall’ultimo Consiglio dei ministri, che contiene misure utili per contrastare la crisi idrica, dall’istituzione della cabina di regia per l’emergenza alla nomina di un Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti.
In particolare, per superare la difficoltà di svolgimento delle procedure amministrative, il Commissario potrà adottare in via d’urgenza i provvedimenti per fronteggiare la crisi idrica anche derogando alle disposizioni vigenti in materia.
“Con i cambiamenti climatici che hanno tagliato di un terzo le precipitazioni a livello nazionale, i nostri agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma l’acqua è essenziale per mantenere sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare – affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -. È necessario creare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio al fine di conservare l’acqua e distribuirla quando serve. Per questo sono importanti, all’interno del decreto, le norme per la realizzazione, il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche ed anche quelle per l’aumento dei volumi utili degli invasi in regime di emergenza idrica, anche con finalità irrigue. Di rilievo la previsione che consente la realizzazione di piccoli invasi privati per la raccolta di acque meteoriche per uso agricolo. Insieme a tale novità è importante la disposizione che ammette il riutilizzo delle acque reflue depurate ad uso irriguo. Vanno gestite, quindi, le riserve d’acqua in modo oculato, con responsabilità da parte di tutti i gestori dei bacini, dando priorità, in questa fase, a garantire l’acqua potabile, quella per l’agricoltura e, in subordine, quella per la produzione di energia idroelettrica. È assurdo che solo l’11% dell’acqua stagionale ad oggi venga conservata: serve una immediata azione volta ad incrementare la capacità di stoccaggio ad uso plurimo, accompagnata da provvedimenti per semplificare gli iter autorizzativi”.
Redazione Web