In occasione del Natale è bene ricordare quanto cresce l’oppressione dei cristiani nel mondo a causa prevalente dell’estremismo islamico. “Perseguitati più che mai. Rapporto sui cristiani oppressi per la fede 2020-2022” è il titolo dell’ottava edizione del rapporto della Fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs)”.
Il rapporto esamina, da ottobre 2020 a settembre 2022, 24 Paesi in cui le violazioni della libertà religiosa destano particolare preoccupazione: Afghanistan, Arabia Saudita, Cina, Corea del Nord, Egitto, Eritrea, Etiopia, India, Iran, Iraq, Israele e i Territori Palestinesi, Maldive, Mali, Mozambico, Myanmar, Nigeria, Pakistan, Qatar, Russia, Sri Lanka, Sudan, Siria, Turchia e Vietnam.
Nel 75% dei 24 Paesi esaminati l’oppressione o la persecuzione dei cristiani è aumentata.
In Africa è in particolare la Nigeria a registrare un forte aumento della violenza terroristica, a causa della quale oltre 7mila600 cristiani nigeriani sarebbero stati assassinati tra gennaio 2021 e giugno 2022.
Spiega Alessandro Monteduro, direttore di Acs Italia: “Nel maggio di quest’anno un video mostrava 20 cristiani nigeriani giustiziati da Boko Haram… Anche in Mozambico, la formazione terroristica islamica Al-Shabab ha intensificato la sua campagna di paura, uccidendo i cristiani, attaccando i loro villaggi e appiccando il fuoco alle chiese. Il gruppo, affiliato allo Stato Islamico, ha provocato la fuga di oltre 800 mila persone e la morte di altre 4mila”.
Tra le testimonianze nel Rapporto anche quella di monsignor Jude Arogundade, vescovo di Ondo in Nigeria, dove più di quaranta persone sono state uccise durante la celebrazione della Pentecoste: “Nonostante il crescente allarme per l’aumento della violenza in alcune parti del Paese – dice il vescovo – nessuno sembra prestare attenzione al genocidio in atto nella Middle Belt della Nigeria. Il mondo tace mentre gli attacchi alle chiese, al loro personale e alle istituzioni sono diventati routine quotidiana. Quanti cadaveri sono necessari per attirare l’attenzione del mondo?”.
In Medio Oriente emerge che “la crisi migratoria minaccia la sopravvivenza di alcune delle comunità cristiane più antiche del mondo. In Siria, i cristiani sono calati dal 10% a meno del 2% della popolazione, passando da 1,5 milioni prima della guerra ai circa 300 mila di oggi”.
Dallo studio emerge anche che in Paesi come Egitto e Pakistan le ragazze cristiane sono abitualmente soggette a rapimenti e stupri sistematici, sempre da parte di estremisti islamici. Guardando all’Asia il Rapporto denuncia “l’autoritarismo statale che ha portato a un peggioramento dell’oppressione anzitutto in Corea del Nord, dove fede e pratiche religiose sono ordinariamente e sistematicamente represse. Il nazionalismo religioso ha innescato crescenti violenze contro i cristiani asiatici, basti pensare ai gruppi nazionalisti hindutva e singalesi buddisti, attivi rispettivamente in India e Sri Lanka”.
Come persecutori brillano anche le autorità politiche e militari. L’India ha registrato 710 episodi di violenza anticristiana tra gennaio 2021 e inizio di giugno 2022, e “durante una manifestazione di massa in Chhattisgarh nell’ottobre 2021 i membri del Bharatiya Janata Party al governo hanno chiesto l’uccisione dei cristiani”.
In Cina “le autorità hanno aumentato la pressione sui cristiani, mediante arresti indiscriminati, chiusura forzata delle chiese e uso di sistemi di sorveglianza oppressivi”.
Pier Giuseppe Accornero
Redazione Web