Nel centro della capitale sabauda Palazzo Madama, già sede del Senato Subalpino, ospita la grande mostra “Invito a Pompei” a cura del Parco archeologico di Pompei e dello staff di Palazzo Madama (lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica dalle 10 alle 18; fino al 29 agosto). Biglietti 12 euro.

Al primo piano di una sede così prestigiosa e rinomata si possono ammirare oltre 120 opere, provenienti da Pompei, Ercolano, Stabia, città campane completamente distrutte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., quando rocce, lava, magma, lapilli incandescenti e ceneri le sommersero interamente insieme ai territori floridi circostanti della costa campana, e ne cristallizzarono la vita per sempre.

La mostra inizia con il bel plastico di fine ‘800 della Domus, casa del poeta tragico, con la pianta e l’assonometria, cioè la rappresentazione delle tre dimensioni – altezza, lunghezza, larghezza – di una splendida e maestosa costruzione bianca con stanze, pareti, terrazze e tetti in proporzione; poi si snoda in un percorso suddiviso per tematiche.

Davanti a tutto, al centro della sala si apre la meravigliosa ricostruzione di un ninfeo, fontana monumentale ospitata dal giardino della casa di Pompei, dai colori azzurro, verde, turchese e blu, ornata da motivi geometrici e conchiglie, un mosaico a pasta vitrea dalle dimensioni di una quinta scenografica (foto Perottino).

Il ninfeo è attorniato da statue, erme da giardino, ovvero piccole colonne sormontate da teste di figure scolpite, poste all’esterno della dimora. Per quanto riguarda l’interno si procede dall’atrio, la stanza centrale della casa, che ospita la pittura di una parete ornata da differenti tipi di piante, alberi, mammiferi, uccelli, per passare al triclinio, la sala da pranzo dove avvengono i banchetti, momenti sociali importanti, cui il proprietario di casa e gli invitati tengono molto; si possono ammirare ancora oggi i servizi da tavola impiegati: posate in argento, vasellame in bronzo e terracotta, bicchieri in vetro e ceramica, bracieri per il riscaldamento delle vivande, brocche in bronzo, in argilla, coppe con decorazioni a sbalzo in argento.

Anche le camere da letto testimoniano un notevole gusto estetico degli abitanti delle dimore di Pompei: sono conservati dipinti, ritratti, scene di caccia al cinghiale e figure umane.

Una parte della mostra è dedicata alla pittura di arte vesuviana: gli affreschi sono testimonianze vivide e le decorazioni alle pareti, nelle stanze, forniscono il segno dell’importanza e le funzioni degli spazi della casa.

Diversi gli stili degli affreschi: le partizioni architettoniche, le raffigurazioni dei paesaggi e dei giardini, l’immagine del proprietario dell’abitazione, le scene conviviali beneauguranti.

Un mosaico di estese dimensioni: un pavimento a tessere bianche e scure ritrae un delfino – gli animali marini sono molto amati dagli abitanti di Pompei.

A proposito di autori classici latini, Plinio il Giovane descrive gli eventi nelle città campane nel 79 d.C. a Tacito: il letterato si trova nei pressi di Pompei e già in alcuni giorni precedenti rileva scosse di terremoto, l’aspetto del mare molto agitato che pare ripiegare su sé e l’innalzamento dal Vesuvio di un’alta nuvola.

Gli eventi però precipitano e le straordinarie città della costa campana sono sommerse.

Ancora oggi sono in corso scavi archeologici che hanno restituito case, strade, monumenti, giardini, arredi, pitture e opere nella loro straordinaria bellezza, continue e sorprendenti scoperte che illustrano in modo sempre più approfondito e dettagliato la vita a Pompei.

L’arte ha poi celebrato questi eventi con opere in musica, letteratura, pittura fino ai nostri giorni, opere riportate fedelmente nella mostra in tutta la loro bellezza.

“Invito a Pompei” è continuamente visitata da turisti di tutta Italia e dall’estero – francesi, tedeschi, inglesi… –: tutti sanno apprezzare e stimare il nostro ineguagliabile patrimonio artistico-culturale.

Cristina Turino