(Filippo Ciantia)
Lunedì 5 luglio ci ha lasciati, in silenzio e discretamente, Raffaella Carrà, amatissima diva, soubrette, icona dello spettacolo televisivo. La sua scomparsa ha suscitato commozione e segni di stima in tutto il mondo, soprattutto latino, tra Europa e America, ma non solo.
Si narra che, mentre Raffaella aveva appena aperto gli occhi alla luce, sua mamma chiese all’ostetrica che l’ombelico della neonata fosse perfetto. E a ben ragione! Il suo ombelico fece sognare un’intera generazione di giovani e meno giovani, incoraggiando molte donne a mostrarlo non solo in spiaggia.
Ombelico, segno della nostra “vera generazione”. Proprio in mezzo al nostro corpo portiamo questa impronta profonda del legame che ci ha generati. Tra madre e figli c’è un rapporto intimo coltivato per mesi: anche se reciso alla nascita, pena la morte, rimane per sempre. Rimane una cicatrice permanente, fisica e nel cuore, segno del nostro legame con la madre e con chi ci genera. Siamo stati fatti, siamo fatti ogni giorno.
Un anno fa ci lasciava il grande maestro Ennio Morricone: anche lui ci ha fatto sognare con la sua meravigliosa musica. L’anniversario (martedì 6 luglio) è stato sommerso dalla commozione per la grande Raffa, che ha dominato i media, all’unisono con le gesta degli azzurri di Mancini e le schiacciate del tennista Berrettini.
Raffa ed Ennio ci hanno detto che c’è un “significato che è più in là” della loro gloriosa e grande esistenza.
Raffaella ha chiesto che le sue ceneri potessero transitare al santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, prima di riposare a Monte Argentario, la sua seconda casa: la grande seduttrice, sorridente e affascinante, era stata conquistata dal francescano, burbero e misericordioso.
La colonna sonora, composta da Morricone per la miniserie della Rai che racconta la vita del santo di Pietralcina, è una delle sue opere meno conosciute, ma certamente una delle più belle, come riuscitissimo è il film, splendidamente interpretato da Michele Placido. Musica intensa e sublime, drammatica e mistica.
Raffaella ed Ennio, così diversi, così lontani come carattere e storia, ci hanno fatto vivere tra cielo e terra, perché si sono lasciati conquistare dal cielo che è in terra.
“Io non altro desidero se non che o morire o amare Dio… giacché la vita senza quest’Amore è peggiore della morte” (Padre Pio, Santo)