Il Comune ha deciso come utilizzare i 124 mila euro stanziati dal Governo
IVREA – Come prosegue la vicenda dei buoni spesa per le famiglie in crisi a causa del Covid-19, a Ivrea? Ci eravamo lasciati mercoledì sera (tempo di chiusura del nostro giornale) con le buone intenzioni dell’assessore alle politiche sociali, Giorgia Povolo, che per spendere i 124 mila e rotti euro stanziati dal Governo, dopo aver immaginato il da farsi per rispondere in tempi brevi all’urgenza di far arrivare la spesa o il buono spesa a chi ne ha bisogno, attendeva la conferenza dei capigruppo del giorno successivo per spiegare la politica della Giunta in merito, e ascoltare qualche consiglio.
Non c’era, mercoledì scorso, l’ottimismo circa il fatto che i buoni o la spesa (una decisione non era ancora stata presa, mentre oggi sappiamo che si tratterà di buoni) potessero essere dentro l’uovo di Pasqua. Ora – ci dicono la vicesindaca Elisabetta Piccoli e le assessore Povolo e Costanza Casali – c’è la certezza che i buoni saranno consegnati alle famiglie beneficiarie nelle giornate di giovedì e venerdì (oggi e domani, ndr) da alcune equipe formate da persone della protezione civile e dai messi comunali.
È una corsa contro il tempo, con il plauso degli amministratori comunali per il lavoro ben organizzato degli uffici preposti. In altri termini la burocrazia (in senso negativo), che avevamo intravisto
leggendo i bandi e gli avvisi, sarebbe stata sconfitta, recuperando quel ritardo che qualcuno vedeva a Ivrea rispetto ad altri Comuni che già nei giorni scorsi avevano cominciato a distribuire i buoni spesa.
Ci sono stati Comuni che si sono affidati alle procedure del consorzio InReTe, dedito per sua natura a questo tipo di assistenza, che hanno adottato tutti lo stesso “modus operandi”, snello, facilitato dalle competenze del Consorzio stesso, che a sua volta ha lavo- rato anche con Anci affinchè ci fosse uniformità e soprattutto equità per tutti i cittadini. Tra questi Comuni si segnala- no Albiano, Baldissero, Bollengo, Brosso, Caravino, Carema, Cascinette, Chiaverano, Cossano, Fiorano, Issiglio, Nomaglio, Pavone, Piverone, Rueglio, Salerano, Samone, Settimo Vittone, Torre Canavese, Val di Chy, Valchiusa, Vidracco, Vistrorio.
Ivrea ha scelto invece di non aderire e ha varato una propria procedura, fatta di raccolta di domande da vagliare in base a un meccanismo di punteggi, al fine di stilare una graduatoria degli aventi diritto. Potrebbe essere che le sollecitazioni durante la conferenza dei capigruppo di giovedì scorso, e l’esempio di qualche Comune già avanti, abbiano contribuito a far innescare una marcia in più anche a Ivrea, che ieri pomeriggio alle 16 ha chiuso i termini di presentazione delle richieste per i buoni, e alle 24 quelle per le candidature dei negozi che li accetteranno.
Sono 547 le famiglie che hanno presentato domanda, in linea con quanto preventivato dall’assessora Povolo – che immaginava potessero essere tra 500 e 600 –. Mentre andiamo in stampa i commercianti che hanno dato disponibilità ad accettare i buoni- spesa sono 17, ma c’è ancora qualche ora di tempo, in “zona cesarini”, come ci dice la neo-assessora al Commercio, Costanza Casali. Tanti sarebbero i negozi di vicinato che si sono proposti, e almeno tre quelli del giro della media e grande distribuzione. Dovranno praticare almeno uno sconto del 5% sulla spesa fatta, e magari qualcuno ha proposto di essere anche più generoso. Dal canto suo la vicesindaca Elisabetta Piccoli, con delega al Bilancio, fa sapere che i buoni saranno rimborsati ai commercianti, con estrema rapidità, da parte del Comune il quale, per altro, non ha ancora incassato la somma dal Governo, ma ha provveduto a una variazione di bilancio apposita per non far attendere nessuno per questo intervento d’urgenza.
Se non era difficile compi- lare il modulo di adesione per i commercianti, un po’ più complicata era invece la domanda per ottenere i buoni, essendo una sorta di screening economico-finanziario della famiglia: informazioni sul patrimonio immobiliare che non doveva superare i 5 mila euro, dichiarare di non aver percepito nel mese di marzo 2020 (sommando i redditi e/o contributi economici di tutti i componenti del nucleo familiare) una somma superiore a 1.500 euro, tutti gli altri eventuali introiti del mese di marzo qualunque fossero e di qualunque provenienza, se la casa è in affitto o di proprietà e la composizione del nucleo familiare.
I buoni spesa saranno utilizzabili per l’acquisto di pro- dotti alimentari (con esclusione degli alcolici e dei tabacchi) solo in quegli esercizi commerciali la cui lista sarà formata, appunto, da coloro che si sono candidati e che il Comune approverà e allegherà. Saranno spendibili entro il 30 aprile e l’importo è definito in base al numero di componenti del nucleo familiare: 80 euro per nucleo familiare composto da 1 persona, 150 per nucleo di 2 persone, 220 euro per un nucleo di tre persone e 300 euro laddove la famiglia fosse composta da 4 persone; saranno in tagli da 10, 20 e 50 euro, quindi facilmente spendibili, senza dover litigare sul resto con i commercianti. Gli uffici, come da programma annunciato, nella notte tra ieri e oggi avranno definito il dossier delle fami- glie beneficiarie e l’operazione potrà partire.