Prende le mosse dal Vangelo di San Giovanni (14, 15-21) la catechesi affidata oggi al web dal Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, per soffermarsi ancora su quell’atto misericordioso e provvidenziale annunciato da Gesù: “Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della Verità (…)”.
Il Paraclito, dunque, rimarrà con noi “per sempre”, ma è Sant’Agostino (Discorso 267) ad avvertirci, con parole persuasive, che non lasciano spazio ad equivoci, sulla condizione che ci permette di non perdere questa “compagnia”, né disperderne i frutti: ”Lo Spirito Santo opera in tutta la Chiesa ciò che opera l’anima in tutte le membra di un unico corpo. Ma ecco ciò che voi dovete evitare, ecco da che cosa dovete guardarvi, ecco ciò che dovete temere. Può accadere che nel corpo umano anzi dal corpo umano venga reciso un qualche membro: una mano, un dito, un piede. Forse l’anima segue il membro amputato? Quando questo era attaccato al corpo viveva; amputato, perde la vita. Così una persona è cristiana cattolica finché vive nel corpo; staccata da esso diventa eretica e lo Spirito non segue il membro amputato (…)”.
La comunione ecclesiale è, dunque, il più vero “ambiente divino”, partecipando al quale l’uomo può ricevere lo Spirito e, così, come insegna San Giovanni Paolo II (Catechesi per l’Udienza generale del 3 aprile 1991) : “lo Spirito Santo è la fonte intima della nuova vita partecipata da Cristo ai credenti in Lui: una vita secondo la “legge dello Spirito” che, in forza della Redenzione, prevale ormai sulla potenza del peccato e della morte, operante nell’uomo dopo la caduta originale (…)”.
Infatti “Sei tu, o Spirito Santo – pregava Santa Teresa d’Avila – che unisci la mia anima a Dio”.
Ma ora ascoltiamo nel video la parola del Vescovo.